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Al Maggio Fiorentino ritorna The Rake’s Progress di Stravinskij. Sul podio Daniele Gatti

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Domenica 12 marzo 2023 alle ore 20 il direttore principale Daniele Gatti, alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio, sul podio della Sala Mehta per la prima recita di The Rake’s Progress di Igor Stravinskij, penultimo titolo operistico del Festival di Carnevale del Maggio. La regia è affidata a Frederic Wake-Walker che torna al Maggio dopo l’allestimento di Roméo et Juliette andato in scena durante lo scorso 84º Festival del Maggio. Altre quattro le recite in cartellone: il 14 e 16 marzo, sempre alle ore 20, e il 19 e 26 marzo alle ore 15.30.

Sul palcoscenico Matthew Swensen nei panni del protagonista Tom Rakewell; Sara Blanch nel ruolo di Anne Trulove, sua promessa sposa; Vito Priante è Nick Shadow; il ruolo di Baba la Turca è interpretato da Adriana di Paola. Il personaggio di Mother Goose ha la voce di Marie-Claude Chappuis; Il padre di Anne, Father Trulove, è interpretato da James Platt; Christian Collia veste i panni del banditore Sellem e Matteo Torcaso, talento dell’Accademia del Maggio, interpreta il Guardiano del manicomio. Chiudono il cast quattro solisti del Coro del Maggio: Giovanni Mazzei, Constanza Antunica, Antonia Fino e Nadia Pirazzini. In questo nuovo allestimento scene e costumi sono affidati ad Anne Jones; le luci a Charlotte Burton e il reparto video a Ergo Phizmiz. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.

Grazie alla Fondazione CR Firenze, la recita del 16/03/2023 è offerta al pubblico con uno sconto del 50% del prezzo sui biglietti di ogni settore.

Il Teatro del Maggio, in occasione della Festa della Donna, offre a tutte le donne a partire proprio dall’8 marzo, la possibilità di acquistare i biglietti per le recite del 14 (ore 20) e 26 marzo (ore 15.30) al prezzo scontato del 50% sull’acquisto di uno o di due biglietti, recandosi alla Biglietteria del Maggio o utilizzando il codice sconto RAKEPROG803FESTDON sul sito della Fondazione (maggiofiorentino.com). La recita del 12 marzo 2023 sarà trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio 3

Continuano inoltre, prima di ogni recita, le presentazioni al pubblico degli spettacoli tenute da Katiuscia Manetta, Maddalena Bonechi e Marco Cosci: le guide si tengono nel Foyer della Sala Zubin Mehta e nel Foyer di Galleria della Sala Grande 45 minuti circa prima dell’inizio della spettacolo.

Torna dunque a distanza di oltre quarant’anni dalla sua ultima esecuzione fiorentina The Rake’s Progress, in un nuovo allestimento firmato da Frederic Wake-Walker e diretto dal direttore principale Daniele Gatti. L’opera, che a Firenze vide la sua prima esecuzione nel giugno del 1968 diretta da Heinrich Hollreiser per la regia di Günther Rennert, va in scena al Maggio per la quarta volta. Dopo il debutto altre due sono state le riprese: nel 1972 diretta da Ettore Gracis per la regia di Virginio Puecher e nel maggio del 1982 diretta da Riccardo Chailly nello storico allestimento di Ken Russel. The Rake’s Progress fu composta da Igor Stravinskij successivamente al suo trasferimento negli Stati Uniti, ispirato da una serie di incisioni di William Hogarth che descrivevano l’ascesa e la caduta di Tom Rakewell, uno spendaccione che dilapida i propri averi finendo i suoi giorni in manicomio.

Il libretto fu scritto dal poeta britannico Wystan Hugh Auden, a cui si affiancherà anche Chester Kallmann e, come sottolineato dal maestro Daniele Gatti, s’intreccia perfettamente con il tema principale a cui è volto il Festival di Carnevale: “Il mito del Faust, a cui è dedicato il Festival di Carnevale, torna in modo evidente anche nella trama del Rake’s Progress che possiamo definire una versione moderna del Dottor Faust: anche in questo caso troviamo la figura del diavolo tentatore, ‘incarnata’ dal personaggio Nick Shadow, che offre al protagonista uno straordinario e stravolgente cambio di vita ma a un prezzo carissimo: l’anima. Con l’opera di Stravinskij siamo dunque perfettamente in tema con il soggetto del Festival, che da poco ha visto l’esecuzione di un’altra opera di rara esecuzione come il Doktor Faust di Ferruccio Busoni”. Il maestro ha poi proseguito nella sua analisi evidenziando anche l’importanza del programma per il concerto del 10 marzo da lui diretto e che precede di due giorni la première del Rake’s Progress, composizioni selezionate per legarsi a doppio filo con l’opera di Stravinskij: “Parlando della produzione stravinskijana, il periodo più lungo che possiamo notare è quello cosidetto neoclassico che copre quasi un trentennio, dai primi anni ’20 ai primi anni ’50. Delle prime composizioni che segnano questa parte della sua opera fa parte proprio Pulchinella, che chiude il concerto del 10 marzo, mentre il Rake’s Progress segna invece la fine della fase neoclassica dei lavori di Stravinskij, terminando idealmente un percorso musicale. Trovo davvero interessante ‘anticipare’ il Rake’s con un concerto che collima perfettamente e fortemente concentrato sull’estetica, con in programma anche il Concerto grosso in re minore di Vivaldi e lo Jauchzet Gott Landen di Bach, ‘stuzzicando’ il pubblico con un piccolo ma intrigante percorso musicale di due serate attraverso un cruciale periodo musicale della vita di Stravinskij”.

Frederic Wake-Walker, alla sua terza produzione al Maggio dopo le recite di Adriana Lecouvreur del maggio 2021 e del recente Roméo et Juliette, secondo titolo dello scorso 84º Festival del Maggio, cura la regia del The Rake’s Progress. Wake-Walker e il suo team hanno voluto dare una grande importanza all’aspetto visivo dell’opera, considerando appunto la fonte visiva e non scritta sfruttata da Stravinskij: “Dal mio punto di vista l’evoluzione del protagonista, Tom, è un vero e proprio viaggio di distaccamento: Tom Rakewell si disconnette dalla natura, dall’amore e anche da sé stesso; alla fine dell’opera egli avrà davvero perso ogni cosa. L’opera è tragica, sviluppandosi dietro alla storia di questo giovane uomo e alla sua caduta, ma è anche incredibilmente divertente e godibile, come se fosse uno strana e bellissima fusione di tragedia e commedia. Stravinskij e Auden, l’autore del libretto, vivevano California quando scrissero l’opera: uno dei temi principali è la critica al capitalismo americano successivo alla fine della guerra. Per questo penso che nell’ottica di un regista attuale sia importante riflettere questa critica al capitalismo dei tempi nei quali viviamo. Oggi quest’opera ha davvero un significato forte: è una storia di disconnessione. Credo che il nostro sistema capitalistico, soprattutto con la tecnologia, ci ha disconnesso da noi stessi e dalla natura. Questa produzione vuole dunque criticare singolarmente questi elementi delle nostre vite. La scenografia utilizza una grande quantità di schermi: inizia in un ambiente naturale e molto naive che rappresenta la campagna e il mondo di Anne e suo padre Trulove. Dal momento che ‘andiamo’ a Londra l’ambiente diventa più digitale e artificiale: essa non solo rappresenta una città immorale e corrotta, ma anche questo mondo digitale ‘disconnesso’ nel quale adesso viviamo. Abbiamo dunque cercato di farci ispirare da elementi visivi settecenteschi, del ventesimo secolo e anche dal mondo contemporaneo, unendoli insieme, proprio come fatto da Stravinskij con la musica.”

L’opera

Dopo il trasferimento negli anni Stati Uniti nel 1939, Igor Stravinskij accarezzò l’idea di scrivere un’opera in inglese. Il progetto prese forma solo dopo alcuni anni quando nel 1947 il compositore rimase colpito dal ciclo di tele di William Hogarth esposte al Chicago Art Institute, che descrivevano l’ascesa e la caduta di Tom Rakewell, uno spendaccione che dilapida dissennatamente i propri averi e finisce i suoi giorni in manicomio. Stravinskij pensò subito di farne un’opera e si rivolse per la stesura del libretto al poeta britannico Wystan Hugh Auden a cui si affiancherà anche Chester Kallmann. Nel marzo del 1948 il libretto fu pronto, mentre per la musica Stravinskij si prese più tempo, concludendo la partitura solo tre anni dopo. The Rake’s Progress debuttò al Teatro La Fenice di Venezia l’11 settembre 1951 con lo stesso autore sul podio per la prima assoluta. Organizzata in arie, recitativi, cori e pezzi d’insieme in linea con lo schema teatrale settecentesco, l’opera mostra un carattere decisamente retrospettivo e rappresenta l’ultima tappa del periodo ‘neoclassico’ di Stravinskij. E se il modello di riferimento dichiarato è il teatro di Mozart e Da Ponte – in particolare il Così fan tutte – nel Rake’s Progress si affastellano numerose citazioni e rimandi a epoche e autori diversi, sottolineando ancora una volta la capacità di Stravinskij di assimilare in maniera organica ogni elemento della tradizione musicale.

Ulteriori informazioni: www.maggiofiorentino.com

Photo: Michele Monasta

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