Si è spento ieri all’età di 97 anni il soprano Virginia Zeani, una delle voci più belle del panorama operistico del Novecento. Nel corso di una carriera durata oltre trent’anni, ha interpretato una sessantina di ruoli al fianco di tenori di diverse generazioni, da Gigli e Tagliavini a Domingo e Pavarotti, diretta da grandi direttori fra cui Serafin, von Karajan, Mehta, Giulini. I fan la chiamavano l’Assoluta, in un’epoca in cui Maria Callas era la Divina e Renata Tebaldi la voce d’Angelo.
Nata il 21 ottobre 1925 a Solovastru, piccolo villaggio nel nord della Transilvania, Virginia Zeani si stabilisce nel 1943 in Italia. Dopo gli studi, dapprima con Lydia Lipkowska in Romania e poi con Aureliano Pertile a Milano, debutta sulle scene nel 1948 al Duse di Bologna e al Lirico di Torino interpretando Violetta in Traviata, parte cui rimarrà legata per tutta la sua carriera e che sosterrà oltre 600 volte nei maggiori teatri internazionali.
Negli anni, la carriera di Zeani si consolida in ruoli stilisticamente assai diversi tra loro, passando da opere come La bohème a Mefistofele, da Manon a Thaïs, da Manon Lescaut a Otello, dal Giulio Cesare di Händel ai Dialoghi delle Carmelitane (nell’edizione in prima assoluta alla Scala), ai Racconti di Hoffmann, di cui interpreta i tre personaggi femminili in una serie di recite italiane accanto al marito, il basso Nicola Rossi Lemeni. Nel suo repertorio figurano anche ruoli di coloratura come la Zelmira e la Desdemona rossiniane, Elvira dei Puritani e Lucia di Lammermoor.
Ritiratasi dalle scene nel 1982, insegnerà canto fino al 2004 alla scuola di musica dell’Università dell’Indiana, negli Stati Uniti. Tra i suoi numerosi riconoscimenti, la nomina a Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.