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Su Classica HD, Renata Scotto e Simone Di Crescenzo raccontano le eroine di Puccini

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Definita dal New York Times “La Voce dei due Mondi”, Renata Scotto ha regalato al mondo teatro musicale alcune delle più grandi interpretazioni della storia dell’opera lirica. Le sue indiscusse doti di cantante e attrice sono state acclamate alla Scala di Milano, al Metropolitan Opera di New York, alla Royal Opera House di Londra, al Bolshoi di Mosca e all’Opéra di Parigi, per citarne solo alcuni.

Fin dagli esordi, all’età di diciotto anni, la Scotto si è subito imposta per la bellezza della voce, il timbro fuori dal comune, nonché per la tecnica di altissimo livello. Il suo virtuosismo, caricato di una forte espressività, l’ha resa nel tempo una interprete di riferimento nel panorama mondiale della musica d’opera. Tra i numerosissimi personaggi da lei portati in scena, sono diventati iconici quelli delle eroine presenti nelle opere di Giacomo Puccini, tanto da diventare per la Scotto veri e propri cavalli di battaglia.

L’interprete savonese ha avuto modo di ripercorrere alcuni di questi ruoli insieme a Simone Di Crescenzo, musicologo e pianista, in occasione della registrazione del nuovo programma in onda su Classica HD (Sky, canale 136), dal titolo “Giacomo Puccini e Renata Scotto”. In questa miniserie di due puntate la Scotto riporta, di ognuna delle eroine pucciniane, la sua esperienza non solo di cantante ma anche di donna, di interprete e poi regista. Di Floria Tosca, altèra, determinata, gelosa dell’amante, ma anche coraggiosa nel non sottomettersi al potere dominante, ricorda l’intensità del passaggio “Muori dannato…muori!”, che segna nel secondo atto il momento culminante dell’uccisione di Scarpia da parte della protagonista.

Passando a Manon Lescaut, la cui messinscena per il Metropolitan di New York del 1980 (con Plácido Domingo sotto la direzione di James Levine) ha fissato definitivamente l’interpretazione della Scotto come paradigmatica, la diva ne sottolinea la frivolezza, l’opportunismo ma anche la passionalità ardente. Questo si evince anche dalle note dell’aria “Sola, perduta, abbandonata”, che la Scotto accenna accompagnata al pianoforte da Simone Di Crescenzo, creando un momento magico di collegamento tra passato e presente.

Tra le sue interpretazioni scaligere, invece, non va dimenticata quella di Madama Butterfly del 1963 diretta da Gianandrea Gavazzeni. La sua Cio-Cio-San, che ha interpretato in innumerevoli produzioni e ha inciso ben due volte, rimarrà anch’essa scolpita nella storia del teatro d’opera. Va inoltre ricordato che è proprio con questo titolo che Renata Scotto ha debuttato come regista al Metropolitan nel 1986, portando la sua produzione poi all’Arena di Verona, al Carlo Felice di Genova, alla Dallas Opera, alla Palm Beach Opera, alla Florida Grand Opera di Miami.

Impossibile per Di Crescenzo non ripercorrere insieme alla diva uno dei momenti più alti della sua carriera, ossia la rappresentazione del Trittico (Metropolitan, 1981) che ha visto come protagonista la Scotto in tre ruoli diversi nella stessa serata. Come lo stesso New York Times riporta quell’anno “Ogni parte di questo trittico è lontana l’una dall’altra nel tempo, nello spazio e nell’umore, ma si incastrano come i movimenti di una sonata classica – prima la cupa intensità de Il Tabarro, poi l’ozio sognante di Suor Angelica e poi, liquidate tutte le faccende serie, l’ampio umorismo e il passo rapido di Gianni Schicchi”.

“Giacomo Puccini e Renata Scotto” rimane in onda su Classica HD (Sky, canale 136) fino al 4 dicembre: un itinerario audio-visivo che guida i telespettatori attraverso uno dei capitoli più importanti della storia della musica italiana attraverso le parole di una delle più grandi cantanti del Novecento

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