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Riccardo Chailly dirige cori e sinfonie di Verdi al Teatro antico di Orange

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Da Nabucco a Don Carlo e Aida, il Teatro alla Scala torna in trasferta con uno dei programmi più significativi per la sua identità e la sua storia: mercoledì 20 luglio alle 21.30 Orchestra e Coro del Teatro con il direttore musicale Riccardo Chailly e il maestro del coro Alberto Malazzi saranno a Orange per uno degli eventi più attesi delle Chorégies: gli oltre 8000 posti del Théatre Antique sono quasi esauriti. Sui leggii il programma di Cori e Sinfonie di Giuseppe Verdi già applaudito per la Stagione Sinfonica gli scorsi 3, 6 e 8 giugno. La Decca di Londra ha registrato i concerti e li pubblicherà nel 2023, mentre per l’autunno è in preparazione una grande tournée europea le cui date saranno comunicate successivamente. L’appuntamento di Orange è quindi l’anticipazione di un più ampio progetto di ritorno del Teatro sulla scena internazionale oltre che discografica con il repertorio che più lo identifica. La tournée è realizzata con il sostegno di Allianz.
Restano nella memoria l’incisione dei Cori di Verdi realizzata nel 1971 da Claudio Abbado insieme a Romano Gandolfi per Deutsche Grammophon e quella diretta da Riccardo Muti con Roberto Gabbiani per EMI nel 1997.

Le Chorégies d’Orange sono oggi il più antico festival francese, risalendo al 1869. Ma nel corso degli anni sono riusciti a mantenere tutta la loro originalità a partire dalla sede in cui si svolgono ogni estate: un teatro romano risalente al I secolo a.C. perfettamente conservato, con una capienza di 8300 persone e che ha il privilegio di aver mantenuto il suo “Muro”, garantendo la qualità acustica. Dopo lunghi lavori di restauro promossi da Prosper Merimée, l’autore di Carmen che rivestiva allora la carica di direttore dei Monuments Historiques, la prima rappresentazione ebbe luogo nel 1869 con un’opera di Mehul, Joseph. La vocazione del Théâtre Antique univa la promozione degli autori drammatici francesi alla riproposta delle grandi tragedie greco-romane. La denominazione di Chorégies (da χορηγός, la figura che nelle città greche promuoveva la preparazione del coro e il finanziamento degli spettacoli) risale al 1902; negli anni successivi il Festival diviene palcoscenico estivo per gli artisti dell’Opéra di Parigi e della Comédie Française. Sarah Bernhard vi interpretò Phèdre di Racine nel 1903. La vocazione musicale del Théâtre Antique diventa preponderante negli anni successivi alla fondazione del vicino Festival di Avignone, dedicato alla prosa, e diviene esclusiva nel 1971, con la creazione delle “Nouvelles Chorégies”, che riscuotono subito un enorme successo. Tutti i grandi nomi del firmamento dell’opera vi si sono esibiti, confermando un prestigio internazionale che si rinnova ogni anno. – https://www.choregies.fr/

Il programma, che riprende in buona parte quello dei concerti alla Scala, disegna un ritratto di Giuseppe Verdi nel corso di trent’anni di attività, da Nabucco (1842 – si ascolteranno la Sinfonia, “Gli arredi festivi” e “Va’ pensiero”) ad Aida (1871 – chiude il programma con le note del Trionfo). In mezzo il Coro dei pellegrini e il celebre “O Signore, dal tetto natio” dai Lombardi, il baldanzoso “Si ridesti il leon di Castiglia” da Ernani e la scena dell’Autodafé che chiude il Terzo atto con il coro “Spuntato ecco il dì d’esultanza”, a conclusione della prima parte. E ancora il Coro delle streghe e il commovente “Patria oppressa” da Macbeth, il Trovatore di cui si eseguono il Preludio e il famoso “Vedi le fosche notturne spoglie”, ritmato dai colpi di martello sulle incudini, e la Sinfonia da La forza del destino.

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