Informiamo i lettori che per rendere omaggio al Papa Emerito Benedetto XVI, scomparso questa mattina, Rai Cultura cambia la programmazione di sabato 31 dicembre e dedica alla sua figura e al segno lasciato nella Chiesa e nella società alcuni approfondimenti e pagine di musica sacra. Alle 21.15, al posto dell’annunciata Vedova allegra, Rai5 propone Ein deutsches Requiem di Johannes Brahms diretto da Herbert von Karajan nel 1985 sul podio della Wiener Philharmoniker Orchestra, con José van Dam e Kathleen Battle solisti. A seguire, il Concerto di Natale dal Teatro alla Scala 2018 diretto da Diego Fasolis con pagine sacre di Antonio Vivaldi e Wolfgang Amadeus Mozart. Sul podio il maestro Diego Fasolis con i solisti Rosa Feola, Elisabeth Kulman, Mauro Peter, Gianluca Buratto e Anna-Doris Capitelli.
La sera di San Silvestro, sabato 31 dicembre alle ore 21.15, Rai Cultura propone su Rai5 la più celebre delle operette: Die lustige Witwe (La vedova allegra) di Franz Lehár, nell’allestimento firmato da Damiano Michieletto andato in scena all’Opera di Roma nell’aprile del 2019, con la direzione di Constantin Trinks. Nell’originale rilettura del regista veneto, questo classico del teatro leggero – su libretto di Victor Léon e Leo Stein, tratto dalla commedia L’attaché d’ambassade di Henri Meilhac – lascia il periodo glorioso della Belle Époque per prendere forma alla fine degli anni Cinquanta, non a Parigi nella sede dell’ambasciata di un paese immaginario ma fra gli sportelli di una banca di provincia.
«Sono partito dall’idea che ciò che muove tutto, dal punto di vista drammaturgico, sono i soldi – dice Michieletto – L’interesse e l’attenzione rivolti a questa vedova sono motivati esclusivamente dall’eredità che lei porta con sé. Ho costruito, quindi, un parallelo tra l’ambasciata di cui parla il libretto e una banca: la banca di Pontevedro. Il barone Zeta non è più ambasciatore ma direttore di questo istituto creditizio, che ho immaginato come quelle piccole banche sparse nel territorio italiano. Un istituto di provincia, sempre a rischio di essere divorato dai grandi colossi bancari».
Realizzato in coproduzione con il Teatro La Fenice di Venezia, lo spettacolo, proposto in lingua originale con sottotitoli, è ambientato nelle briose atmosfere della provincia del dopoguerra con balli rock’n’roll e boogie-woogie, create dalle scene di Paolo Fantin, dai costumi di Carla Teti, dalle luci di Alessandro Carletti e dai movimenti coreografici di Chiara Vecchi. Protagonisti sul palco Nadja Mchantaf nella parte della ricca ereditiera Hanna Glawari, Paulo Szot in quella del conte Danilo Danilowitsch, Anthony Michaels-Moore come il barone Mirko Zeta, Adriana Ferfecka nei panni di Valencienne, Peter Sonn in quelli di Camille de Rossillon, Marcello Nardis come Raoul de Saint-Brioche, Simon Schnorr nella parte del visconte Cascada, Roberto Maietta in quella di Kromow e Karl-Heinz Macek come Njegus. Il Coro del Teatro dell’Opera di Roma è istruito da Roberto Gabbiani.
In un turbinio di amori, tradimenti e gelosie, fra equivoci e colpi di scena, la vicenda resta fedele all’originale attraverso un escamotage. A sipario abbassato l’impiegato di banca Njegus dà inizio alla storia con un tocco di polvere di stelle che spargerà poi su tutto lo spettacolo. Qui il barone Zeta spinge Danilo, impiegato sfaticato e donnaiolo, a sposare la vedova Hanna Glawari per riportare credito nelle casse della banca in crisi di liquidità. Il sogno chiude il cerchio quando Danilo si addormenta nel suo ufficio, immagina le grisettes risvegliato poi dalla realtà con i vertici della banca che lo richiamano al dovere: sposerà la vedova per salvare le sorti della Pontevedro Bank e permettere a tutti di continuare a speculare allegramente. Regia televisiva a cura di Claudia De Toma.
Qui la recensione dell’allestimento (con altro cast) in occasione del debutto alla Fenice nel 2018
Photo credit: Yasuko Kageyama