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Napoli, Teatro San Carlo: grandi nomi internazionali per la Stagione 2022/23

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Più che su una dorsale identitaria, la nuova stagione del Teatro San Carlo di Napoli punta sulla contestualità dei progetti e sulla massima quota internazionale chiamando in sfilata e a raccolta, per l’intera programmazione 2022/23, alcuni fra i nomi di maggior grido dell’attuale circuito mondiale canoro, registico, strumentale e del podio. In verità, in gran quota stranieri. In affondo esterofilo è, d’altra parte, la stessa etichetta-chiave coniata in via promozionale nell’occasione per l’intero pacchetto che, sotto il claim di “Oper mind”, intende guardare in prospettiva obliqua a un palcoscenico più dinamico e al passo con il nostro tempo: per ritmo e apertura, respiro e, s’immagina, mente.

Da un lato, stando alla presentazione integralmente affidata alle parole del sovrintendente Stéphane Lissner nell’antico foyer del Lirico napoletano, unita al fresco annuncio del bilancio in pareggio come da riunione del Cdi avvenuto nella stessa mattinata, c’è dunque la rete da sei progetti al via, ciascuno, con un proprio vessillo inaugurale: l’opera, al nastro di partenza il prossimo 26 novembre con il Don Carlo di Verdi in nuova produzione firmata dal tedesco Claus Guth, nome di prima linea nel moderno Regietheater e per l’uso del bisturi psicologico sulle opere dal Barocco alla contemporaneità; il balletto, al via il 22 dicembre con Il lago dei cigni versione Patrice Bart; la concertistica, pronta a partire già l’8 ottobre con il soprano Anna Netrebko in recital-gala per i cento anni dalla nascita di Maria Callas; il Festival pianistico in II edizione con l’apertura affidata il 21 aprile alla magnifica Maria João Pires, per la prima volta non in Campania ma al Teatro San Carlo; il segmento da camera con i professori dell’Orchestra della Fondazione, nelle domeniche a partire da dicembre e, infine, un tracciato quadripartito dedicato all’uscita in tournée per ora in Europa (la prima a Praga su proposta del nostro Ministero degli Esteri, le altre comprensibilmente in Francia date le radici dei vertici), dal 18 dicembre. Il tutto facendo i conti anche con i cantieri al lavoro per i nuovi, già necessari interventi di restauro dello storico edificio teatrale, a partire dalla tela del soffitto firmata da Giuseppe Cammarano, zio del librettista romantico per antonomasia e da ricordare almeno per l’Elena da Feltre, Lucia di Lammermoor, Luisa Miller e il Trovatore. In totale, 262 giorni di restyling, con relativa chiusura della sala per l’intero prossimo agosto e dal 1° gennaio al 31 marzo 2023, con dislocazione al relativamente consono Teatro Politeama e, difatti, in uso strizzato per lo più senza scena.

Quanto all’elenco titoli, dodici sono i numeri per l’opera ma con ben quattro esecuzioni in forma di concerto, due nuove produzioni con targa esclusiva della Fondazione, tre coproduzioni. Di rito, inoltre, gli autori italiani (tre Verdi, due Puccini, un Rossini, un Bellini, un Donizetti), più un paio di salti oltre le Alpi con Wagner e un Berlioz, un Requiem di Mozart in forma scenica e il recupero del Winter Journey di Ludovico Einaudi, per la contemporanea, saltato nel marzo 2020, quindi passato in prima assoluta lo scorso settembre al Massimo di Palermo che, comunque, ne aveva condiviso il progetto. Manca dunque del tutto il percorso di fondamentale valorizzazione del Settecento napoletano tanto voluto da Riccardo Muti con il governatore Vincenzo De Luca, pur intrapreso, seppur parzialmente, prima dell’era Covid.

Queste quindi le opere, le formule, le date, le regie e le bacchette: il citato Don Carlo inaugurale (26 novembre – 6 dicembre) con la nuova regia di Guth sarà affidato alla direzione di Juraj Valčuha; Rigoletto (in forma di concerto al Politeama, dal 15 al 24 gennaio) sarà riletto da Lorenzo Passerini; La damnation de Faust (stessa forma, ma stavolta almeno in linea con la versione d’origine, su pari palcoscenico dal 7 al 15 febbraio) vede il ritorno di Pinchas Steinberg per la direzione; Macbeth (sempre in concerto al Politeama, dal 9 al 18 marzo) avrà Marco Armiliato sul podio; Die Walküre (con rientro al San Carlo, dal 16 al 29 aprile) nel rodato allestimento di casa firmato da Federico Tiezzi sarà invece diretto dalla nuova guida musicale Dan Ettinger; il Requiem di Mozart versione Aix-en-Provence et alii (dal 16 al 20 maggio) sarà firmato da Romeo Castellucci con la direzione di Raphaël Pichon e la coreografia di Evelin Facchini, tutti al loro esordio sancarliano; Anna Bolena (quale prima rappresentazione dedicata ai cent’anni dalla nascita della Callas, dall’8 al 17 giugno) in coproduzione con la Dutch National Opera e il Palau de les Arts di Valencia, si avvarrà della regia di Jetske Mijnssen e della bacchetta di Riccardo Frizza; La bohème (dal 30 giugno al 7 luglio) versione non speciale ma in esterna di Emma Dante sarà diretta da Francesco Lanzillotta; Madama Butterfly nella produzione di casa creata da Ferzan Özpetek (12-28 settembre) avrà Ettinger alla testa di Orchestra e Coro; Beatrice di Tenda (al San Carlo ma purtroppo sempre in forma di concerto, in occasione dei 190 anni dalla prima assoluta dell’opera) sarà diretta da Giacomo Sagripanti; Winter Journey (7-8 ottobre) arriva finalmente con la regia di Roberto Andò e la direzione di Carlo Tenan e, a chiusura di stagione dal 22 ottobre al 5 novembre, Maometto II sarà proposto nell’allestimento inedito di Calixto Bieito (al suo debutto al San Carlo) con la direzione di Michele Mariotti.

Passando alle voci, sfilata effettivamente “stellaire”, come si accennava e come pronunciato in conferenza-stampa dal francese Lissner: Michele Pertusi con Matthew Polenzani, Ludovic Tézier, Aylin Perez ed Elīna Garanča guideranno il cast del Don Carlo d’apertura; ancora Tézier ma per il ruolo eponimo più Pene Pati per il duca di Mantova, Nadine Sierra per Gilda e Nino Surguladze per Maddalena canteranno nel Rigoletto; il richiestissimo tenore americano Charles Castronovo, dalle origini siculo-ecuadoriane, sarà per la prima volta in stagione al San Carlo ma purtroppo al Politeama per Faust, accanto al basso russo Ildar Abdrazakov e al mezzosoprano georgiano Anita Rachvelishvili; per il Macbeth, sempre fuori sede, ci saranno Luca Salsi, Alexander Vinogradov e Sondra Radvanovsky; d’obbligo quindi il ritorno al Massimo per il Wagner capitanato dal Siegmund di Jonas Kaufmann. E ancora: bellissimo gruppo di voci per il Settecento del Requiem mozartiano con Sara Mingardo, Giulia Semenzato, Julian Prégardien mentre, per l’Anna Bolena, svettano Vinogradov, Agresta, Garanča e Anduaga. A sollevare l’interesse sull’ennesima Bohème ci penserà l’esordio al San Carlo di Diana Damrau, Mimì dalla voce di gran lusso accanto al Rodolfo certamente di gran passione di Vittorio Grigolo; per la Butterfly si segnala ancora la Pérez accanto a Saimir Pirgu, Marina Comparato e a Ernesto Petti; per Bellini tornano la belcantista doc Jessica Pratt e il baritono polacco Andrzej Filończyk mentre, per Rossini, debutterà a Napoli Vasilisa Berzhanskaya. La buona notizia è che anche le voci uscite dall’Accademia della Fondazione guidata da Mariella Devia iniziano a entrare nei cast dell’opera, nei concerti e volano in tournée, secondo il premiato modello dell’Opera di Roma.

Extra lirica, intanto, Anna Netrebko raddoppia la sua prestigiosa presenza nel cartellone della concertistica con due serate antologiche entrambe in ottobre e con dedica a Maria Callas, ma a distanza di un anno: nel primo capitolo (8 ottobre 2022) interpreterà pagine di Donizetti, Verdi, Puccini, Glinka, Čajkovskij, Saint-Saëns e Wagner mentre in seconda battuta, il 13 ottobre 2023, darà voce al solo repertorio della sua terra. E sempre per la programmazione di concerti si evidenziano gli appuntamenti con il soprano Pretty Yende (6 aprile), il concerto lirico del soprano Anna Pirozzi accanto al tenore Freddie De Tommaso (per la prima volta al San Carlo, il 7 maggio), il sinfonico con soprano (19 novembre 2023) affidato a Maria Agresta e alla direzione della prima donna sul podio alla Scala, Susanna Mälkki, oltre a una grande Nona di Beethoven (Politeama, 20-22 gennaio) affidata per il primo di sei capitoli all’originale direzione di Dan Ettinger con le super voci di Diana Damrau, Edna Prochnik, Bernard Richter e Ludovic Tézier accanto al Coro del San Carlo diretto da José Luis Basso, assente al pari di Ettinger all’incontro di ieri con la stampa. Fra i solisti, si ricordano almeno il folgorante violinista vincitore dell’ultimo “Paganini”, Giuseppe Gibboni (21 giugno) con il Concerto di Čajkovskij e il pianista Alessandro Taverna per il Concerto n. 1 di Liszt (13 luglio) con la direzione di Fabio Luisi.

Buone le notizie anche per il Balletto che sarà impegnato, con i suoi quaranta artisti stabili e la direzione di Clotilde Vayer, in cinque spettacoli: il Lago inaugurale, il miscellaneo Raymonda e i giovani coreografi (28 gennaio – 29 marzo, al Politeama), il dittico dal titolo Il Balletto romantico con Les Sylphides di Chopin sulla coreografia di Fokine in tandem con Napoli di Bournonville (21 febbraio – 28 marzo), una serata Nijinsky / Balanchine (26 – 30 luglio 2023) con il Sacre di Stravinskij per la coreografia di Nijinsky, ripresa da Millicent Hodson e Kenneth Archer, e Serenade di Čajkovskij con la coreografia di Balanchine, Orchestra del Teatro e direzione di Dan Ettinger. Si conclude dal 12 al 16 novembre con il trittico intitolato La Danza francese da Serge Lifar a Roland Petit proponendo il Lifar della Suite en blanc di Lalo, nella ripresa di Charles Jude, e il Petit dell’Arlésienne di Bizet più Jeune homme et la mort sulle note di Bach nella ripresa del fedelissimo Luigi Bonino, con Orchestra diretta per l’occasione da Philippe Beran.

Infine le quattro tappe del San Carlo in tournée: il 18 dicembre 2022 la sala Dvořák dell’Auditorium Rudolfinum di Praga, sede della Filarmonica Ceca, ospita l’Orchestra e gli allievi dell’Accademia di Canto Lirico del Teatro diretti da Maurizio Agostini; il 16 luglio 2023 sarà il 75° Festival International d’Art Lyrique d’Aix-en-Provence ad accogliere Orchestra e Coro della Fondazione con l’Otello di Giuseppe Verdi per fortuna (stando all’ultima versione di Martone per la stessa coppia di protagonisti) in forma di concerto, diretto da Michele Mariotti e con le voci di Jonas Kaufmann, Maria Agresta e Ludovic Tézier; il 7 novembre 2023 sempre l’Orchestra più l’Accademia di Canto Lirico saranno alla Philharmonie de Paris e due giorni dopo, il 9 novembre nell’ambito della mostra “Capodimonte al Louvre”, sarà il massimo museo parigino a ricevere l’Orchestra e gli allievi dell’Accademia. In ascolto, un tributo finalmente legato alla tradizione di casa (latitante in stagione) quanto di autore particolarmente amato dalla Francia d’epoca napoleonica, grazie alla versione integrale della commedia per musica Don Chisciotte della Mancia di Giovanni Paisiello su libretto dell’abate Giambattista Lorenzi.

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