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Le grandi stelle del podio alla 70ª edizione del Ravello Festival

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Grandi stelle internazionali del podio, solisti di vaglia, collaborazioni eccellenti e stavolta, nel ritrovare la propria radice identitaria più autentica, aprendo con quel concerto wagneriano da sempre emblema del Ravello Festival. Festival che per i 70 anni dalla prima edizione, e nei 20 dalla nascita della Fondazione, chiama a raccolta per il suo nuovo cartellone d’estate firmato dal direttore artistico Alessio Vlad le figure e le pagine più significative dell’alta tradizione classica, dando spazio in 17 appuntamenti ai tanti nomi celebri ma anche ai nuovi talenti, inserendo due folgoranti proposte jazzistiche e, soprattutto, riproponendo per l’inaugurazione del prossimo 8 luglio lo stesso programma con la medesima orchestra, quella del Teatro San Carlo di Napoli, che ne siglarono in doppia serata il via nell’estate del 1953 e, coincidenza oggi dei numeri, nel 70° anniversario della morte di Richard Wagner.

Dopo anni di cambiamenti e carrellate multidisciplinari centrifughe, che poco o nulla c’entravano con le prime magnifiche stagioni capitanate da Vlad padre, si ritorna dunque con Vlad figlio alla statura originaria e al profondo legame con le entusiastiche parole (“Il magico giardino di Klingsor è trovato!”) che il compositore del Parsifal ebbe a lasciare sul registro degli ospiti dopo aver visitato nel giro di poche ore gli incanti di Villa Rufolo, il 26 maggio 1880. Statura garantita dal recente lavoro sinergico dei nuovi vertici presenti al tavolo della Sala De Sanctis nella sede della Regione Campania, accanto al governatore Vincenzo De Luca, in occasione della conferenza stampa di presentazione del Ravello Festival numero settanta: il presidente della Fondazione Ravello Dino Falconio, il presidente della Provincia di Salerno Michele Strianese, il sindaco di Ravello Paolo Vuilleumier, il direttore artistico Alessio Vlad e, in sala, il direttore generale Maurizio Pietrantonio.

«Un Festival, per rispondere alla forma e alla funzione più esatte dettate dalla sua stessa denominazione, deve avere un’identità fortemente riconoscibile. E a tal merito – ha subito detto il direttore artistico nell’illustrare il programma – credo che per la storia e per il rapporto indissolubile con un paesaggio spettacolare, sospeso com’è fra cielo, mare e terra, il Festival di Ravello rappresenti realmente una realtà musicale unica, per l’Italia come per il mondo. E ha anche l’attività più antica se consideriamo che quello di Spoleto nasce nel 1958, quello di Pesaro nel 1980 e quello di Ravenna nel 1990; ognuno con caratteristiche e impostazioni diverse». Passa quindi al dettaglio di un cartellone possibile grazie al sostegno della Regione Campania e alla speciale rete di condivisione delle proposte artistiche innescata con le maggiori realtà musicali internazionali, inserendo così anche Ravello entro un tale circolo virtuoso. «Parlo dei Festival di Salisburgo, di Lucerna e d’Oltreoceano, dell’Opera di Macerata – ha proseguito Alessio Vlad – e delle attività del Maggio Musicale Fiorentino, dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”. Il legame con Wagner offre poi, a mio avviso, lo spunto per l’incontro e la possibilità di un dialogo tra culture diverse e mondi lontani. In giorni tanto difficili per l’Europa tutta, la musica può rappresentare un possibile canale d’intesa e di pace, anche attraverso la compresenza di artisti di ogni bandiera».

Venerdì 8 luglio si apre dunque con il ritorno sul magnifico Belvedere di Villa Rufolo dell’Orchestra del Teatro San Carlo diretta da Juraj Valčuha per il Wagner sinfonico celebrativo dei 70 anni del Festival e si prosegue il giorno dopo con la Slovenian Philharmonic Orchestra diretta da Christoph Eschenbach per Lajovic, Čajkovskij e il Concerto di Schumann con il violino solista di Gidon Kremer. A seguire, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino guidata da Zubin Mehta interpreta (16 luglio) Beethoven e, con Antonio Meneses al violoncello solista, le Variazioni su un tema rococò di Čajkovskij mentre, domenica 17 luglio, il primo capitolo Jazz porta a Villa Rufolo la voce leggendaria di Dee Dee Bridgewater, con Tony Momrelle, Walter Ricci e la Salerno Jazz Orchestra. Il 23 due Sinfonie (Sesta e Settima) di Beethoven con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta dalla storica guida Myung-Whun Chung e poi, la sera del 24, il secondo tassello-evento Jazz con il fenomeno mondiale Wynton Marsalis accanto ai suoi “Italian Friends”, Stefano Di Battista (sax alto), Dado Moroni (piano) Carlos Henriquez (contrabbasso), Francesco Ciniglio (batteria).
Il 26 luglio arriva Riccardo Muti alla testa della sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini per Bizet, Ljadov, Liszt. L’organico – in rapporto speciale con il Festival per il quale tuttavia, stando alle parole di Vlad, non si esclude di poter creare per il futuro una compagine orchestrale interna – sarà presente anche in formazioni da camera dal 28 al 30 e a pieno organico per il concerto all’alba, l’11 agosto sotto la direzione di Erina Yashima.

Lungo la linea delle bacchette d’oro saranno inoltre a Ravello Daniel Harding con la National Youth Orchestra of the USA e la bravissima Alisa Weilerstein al violoncello (il 7 agosto per Elgar e Mahler), Teodor Currentzis con il “suo” organico musicAeterna e le voci soliste del soprano Nadezhda Pavlova e del baritono Dmitry Ulyanov (il 19 all’Auditorium Oscar Niemeyer, con Metamorphosen di Richard Strauss e con la Sinfonia n. 14 per archi, percussioni più celesta e voci di Sostakovič), Pablo Heras-Casado (direttore ospite principale del Teatro Real di Madrid, artista dell’anno 2021 agli International Music Awards, per la prima volta sul podio alla Scala con il recente Don Giovanni) alla guida di Anima Eterna Brugge per Bruckner (il 27 agosto), Vladimir Jurowski con l’Orchestra Sinfonica della Radio di Berlino per Mozart, Bartók (con Vilde Frang violino solista) e Schubert, in chiusura il 3 settembre.
Completano il programma, il talentuosissimo violinista salernitano ultimo vincitore del Premio Paganini, Giuseppe Gibboni (31 luglio), con l’Asian Youth Orchestra diretta da Joseph Bastian e il pianista Daniil Trifonov (24 agosto) in recital.

A coronamento dell’incontro-stampa, le parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: «Settant’anni, per un Festival, rappresentano la storia, la vitalità, la necessità per il territorio in cui si svolge. Un luogo che da sempre sponsorizzo come il più bello. Del mondo. Ancora una volta Ravello sarà cornice splendida e ideale per una musica che, riprendendo a pieno regime dopo due anni di restrizioni sanitarie, diviene veicolo portante del ritorno dei grandi flussi turistici, di scambio culturale e umano, di dialogo fra i popoli estraneo alla politica, soprattutto in mesi così maledettamente difficili».

Ulteriori informazioni: www.ravellofestival.com

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