Il Teatro alla Scala presenta per cinque rappresentazioni dal 23 febbraio al 15 marzo Пиковая дама (Pikovaya dama, La dama di picche) di Pëtr Il’ič Čajkovskij in una nuova produzione diretta da Valery Gergiev con la regia di Matthias Hartmann, le scene di Volker Hintermeimer, i costumi di Malte Lübben e le luci di Mathias Märker. Il drammaturgo è Michael Küster.
Nella parte di Liza si alternano Asmik Grigorian, una delle rivelazioni del teatro musicale degli ultimi anni per la perfetta corrispondenza tra qualità attoriali e canore, confermata anche dall’interpretazione di Marietta in Die tote Stadt alla Scala nel 2019, e Elena Guseva che promette un debutto non meno emozionante, mentre l’impervia parte di Hermann è affidata a uno dei più affermati giovani tenori russi, Najmiddin Mavlyanov, al debutto scaligero. Nel cast spiccano ancora Elena Maximova come Polina e Julia Gertseva nei panni della Contessa e le voci di Alexey Markov e Roman Burdenko nei panni del Principe Eleckij e del Conte Tomskij. La pandemia ha impedito al M° Gergiev di dirigere buona parte delle prove: per l’Orchestra scaligera è stata l’occasione per scoprire il talento di Timur Zangiev, classe 1994, che lo ha sostituito mostrando qualità tecniche e profonda conoscenza della partitura.
Un’ora prima dell’inizio di ogni recita, presso i Ridotti si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta dal professor Franco Pulcini per il pubblico della serata. Si prega di verificare all’arrivo se la conferenza ha luogo presso il ridotto dei palchi o quello delle gallerie.
Giocato tutto sui toni del bianco e nero in spazi astratti dominati da giganteschi lampadari che sono un elemento ricorrente della resa scenografica dell’opera (alla Scala si ricorda la scena di Ezio Frigerio) in cui si muovono personaggi in costumi ricchi di riferimenti storici stratificati, lo spettacolo di Matthias Hartmann porta in palcoscenico anche un personaggio di sfondo che però gioca un ruolo fondamentale nella vicenda. È il Conte di Saint-Germain, l’uomo che secondo il racconto di Tomskij fu sedotto dalla Contessa che nei suoi anni di gioventù gli chiese un prestito in denaro ottenendone molto di più: le tre carte, il segreto per vincere al gioco di cui Hermann vuole impossessarsi. Il Conte di Saint-Germain è un personaggio storico di cui non si conoscono né le origini né il vero nome e che appare ammantato di mistero e di ingenti ricchezze in diverse corti europee, dichiarando di poter trasformare la materia e sconfiggere la morte. Dal 1748 è a Parigi, intimo di Luigi XV e della Pompadour; nel 1762 è a San Pietroburgo nel circolo degli Orlovskij e forse partecipa alla congiura che porta al trono Caterina II; è poi segnalato alla corte di Carlo d’Assia. Cagliostro si professava suo discepolo.
Lo spettacolo sarà trasmesso da Rai Cultura su Rai 5 domenica 13 marzo alle ore 21.15.
Genesi dell’opera
Nel 1887 Čajkovskij riceve da Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij, direttore dei Teatri imperiali di San Pietroburgo, la proposta di mettere in musica il racconto La dama di picche (1834) di Puškin, di cui aveva già portato alle scene Evgenij Onegin dieci anni prima. Dapprima il progetto appassiona soprattutto il fratello Modest, che si dedica alla stesura del libretto apportando almeno due modifiche fondamentali alla versione di Puškin: l’azione viene spostata dalla contemporaneità al XVIII secolo e i protagonisti Hermann e Liza, destinati dallo scrittore rispettivamente al manicomio e a un matrimonio borghese, scelgono entrambi il suicidio. Solo all’inizio del 1889 il compositore, affaticato dalla stesura del balletto La bella addormentata, decide di partire per l’Italia e di dedicarsi alla partitura. Il soggiorno più lungo è a Firenze, dove Čajkovskij scende in un hotel sul Lungarno e non si lascia impressionare dalla ricchezza artistica della città: “Il luogo è molto noioso, molto monotono, ma non si possono immaginare condizioni migliori per il lavoro”. In effetti la composizione procede speditamente anche nella successiva tappa romana e si conclude a Prolovskoe alla fine di giugno. La prima ha luogo il 19 dicembre 1890 al Teatro Mariinskij con la direzione di Eduard Napravnik e un immediato, entusiastico successo. Entrata nel canone della cultura russa, l’opera è tra l’atro oggetto di uno dei primi esperimenti registici di trasposizione in tempi moderni, operato da Vsevolod Mejerchol’d al Teatro Maly di Leningrado nel 1937. La prima viennese sarà diretta da Gustav Mahler nel 1902.
La dama di picche alla Scala
Il Teatro alla Scala vanta la prima rappresentazione italiana dell’opera: corre il 1906 e Leopoldo Mugnone dirige Emilia Corsi come Liza, Giovanni Zenatello come Hermann e Riccardo Stracciari come Eleckij nella versione ritmica italiana di Bruno Bruni, utilizzata anche nel 1961 da Nino Sanzogno per lo spettacolo di Tatiana Pavlova, protagonisti Leyla Gencer, Giuseppe Di Stefano e Sesto Bruscantini. Per la prima in lingua russa si attende la tournée del “Teatro Bolscioi dell’U.R.S.S.” (così in locandina) del 1964 con Galina Višnevskaja, Zurab Angiaparidze, Vladimir Valajtis e Irina Arkhipova come Polina diretti da Konstantin Simeonov con la regia di Boris Pokrovskij. I complessi scaligeri affrontano la versione russa nel 1990 con uno spettacolo animato da artisti d’eccezione: dirige Seiji Ozawa, la regia è di Andrej Konchalovsky con scene dominate da enormi lampadari di Ezio Frigerio e costumi di Franca Squarciapino, cantano Mirella Freni, Vladimir Atlantov, Lajos Miller e nella parte della Contessa la leggendaria Maureen Forrester, allora sessantenne. Yuri Temirkanov firma l’ultima occorrenza scaligera del titolo nel 2005 al Teatro degli Arcimboldi, con un nuovo spettacolo di Stephen Medcalf con Dagmar Schellenberger, Misha Didyk e una rara apparizione milanese di Dmitri Hvorostovsky. Polina è Julia Gertseva che ritroviamo nel 2022 nei panni della Contessa, e la Contessa è Elena Obraztsova che era stata la Governante nella tournée del Bol’šoj nel 1964.
Ulteriori informazioni: www.teatroallascala.org
Photo: Brescia e Amisano