Con Otello di Verdi riparte il 4 novembre la stagione d’opera e balletto del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Sul podio Daniel Oren (che dirige anche le recite del 5 e 15 novembre), da tempo assente in città, e sul palco due voci di grandissimo interesse e assai rare nel panorama italiano, che da sole meritano già particolare attenzione: come Desdemona, il soprano armeno Lianna Haroutounian, nome solidissimo sui migliori palchi del globo che arriva a Trieste subito dopo Madama Butterfly con Luisotti alla Royal Opera House di Londra, lo scorso settembre; quindi l’Otello del giovane tenore, suo connazionale, Arsen Soghomonyan, che nei soli cinque anni dal suo debutto è già stato invitato da Petrenko coi Berliner, dalla Bayerische Staatsoper, scelto da Mehta come Otello sempre coi Berliner e in Italia ha cantato solo al San Carlo di Napoli. Haroutounian e Soghomonyan, formano una coppia di eccellenze vocali in una città nota per lo storico radicamento della comunità armena, quindi palcoscenico ideale per questo inedito, primo incontro tra i due connazionali su un palco d’opera. Il 5 e il 10 novembre si avranno invece nei ruoli principali il giovane tenore georgiano, ma di studi italiani, Mikheil Sheshaberidze e come Desdemona il soprano suo connazionale Salome Jicia, trentaseienne di sicura fama, invitata dai migliori teatri italiani e stranieri. Il ruolo chiave di Jago vedrà invece protagonista il baritono russo Roman Burdenko che ha riscosso grande successo lo scorso agosto all’Arena di Verona, in alternanza solo il 5 e il 15 con il baritono italiano Elia Fabbian. Cassio sarà invece sempre il tenore coreano Mario Bagh, star del Metropolitan di New York al suo debutto assoluto in Italia e nel ruolo. Completano il cast il mezzosoprano russo Marina Ogii, nota per la sua versatilità su repertori rari, che interpreterà Emilia, quindi il basso genovese Giovanni Battista Parodi come Lodovico, il tenore Enzo Peroni come Roderigo e Fulvio Valenti nel ruolo di Montano. Le recite dell’8, 10 e 13 novembre sono dirette da Francesco Ivan Ciampa.
Grandi e rare voci per un Otello che la regia di Giulio Ciabatti vuole scuro, potentemente tragico, senza redenzione. “Un chiostro di colonne e al centro una pedana. Casto altare, piattaforma, talamo, zattera sulla quale va alla deriva la vanità dei sogni nella notte oscura del mondo. Desdemona e Otello sono entrambi ostaggio della legge dei padri, degli interessi del Senato, delle lusinghe e delle adulazioni.” Racconta Ciabatti: “Prede delle rivalità, dei risentimenti, dell’orgoglio offeso, della rispettabilità tradita, che fa di loro un barbaro errabondo e una smaliziata veneziana. La loro innocenza, la purezza delle loro scelte, è messa in dubbio, contaminata e corrotta dagli sguardi del mondo esterno”.
Commenta così le sue scelte il direttore artistico Paolo Rodda: “Quando un titolo così importante manca da tanti anni, riportarlo sul palco è davvero un impegno chiave e per me era fondamentale da un lato creare un ponte di continuità con la scelta della regia di Giulio Ciabatti, d’altro canto offrire al pubblico una direzione d’orchestra incisiva, quella di Oren, alla quale si affianca un altro Maestro dell’opera italiana nel mondo del calibro di Francesco Ivan Ciampa: due grandi bacchette per una sola opera. Il cast poi sarà la vera sorpresa con nomi così poco presenti nei cartelloni italiani, ma così stimati nel panorama internazionale e con un’importante quota di giovani promesse, la vera scommessa professionale che chiunque faccia il mio mestiere dovrebbe affrontare sempre, come dovere etico e sociale”
Il sovrintendente Giuliano Polo ricorda: “La grande scommessa di quest’anno è ricreare un rapporto solido con la città e il suo pubblico e migliorarlo anche, perché bisogna sempre alzare l’asticella. Abbiamo fatto passi importanti: i costi degli abbonamenti sono stati ridotti nonostante quest’anno sia gravido di trappole economiche a partire dalla crisi energetica; il cast di Otello porta davvero voci interessanti per incuriosire melomani e non solo, tanto che è attesa alla prima un ritorno della critica nazionale; poi il ritorno in città di Oren è un’enorme gioia e la bacchetta di Ciampa è di certo un’altra occasione da non perdere; inoltre stiamo creando sempre più momenti d’incontro col pubblico, così che il teatro torni ad essere il salotto democratico, orizzontale, dialogante ed inclusivo della vita musicale e culturale della città. Noi ci crediamo e vi aspettiamo a teatro per fare musica e parlare di musica insieme”.
Ulteriori informazioni: www.teatroverdi-trieste.com/it/
In copertina, Daniel Oren durante le prove di Otello