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Al Maggio Fiorentino, in prima italiana, “Acis et Galatée” di Lulli. Sul podio Sardelli

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Ultima opera nell’ambito del cartellone dell’84º Festival del Maggio Musicale Fiorentino: Acis et Galatée di Giovanni Battista Lulli, in programma lunedì 4 luglio alle ore 20 nella sala Zubin Mehta; mai rappresentata a Firenze e in Italia. Sul podio, alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio il maestro Federico Maria Sardelli, che torna al Maggio dopo il Rinaldo di Händel del settembre 2020, la regia è di Benjamin Lazar e le scene di Adeline Caron. In questa nuova produzione i costumi sono curati da Alain Blanchot, le luci da Christophe Naillet e le coreografie da Gudrun Skamletz.

Sul palcoscenico un cast caratterizzato da numerosi debutti e formato da Jean François Lombard nel ruolo di Acis, Elena Harsányi nel ruolo di Galatée, Luigi De Donato come Polyphème, Sebastien Monti come Apollon, Télème, Le Prêtre de Junon, Guido Loconsolo è Neptune, Mark van Arsdale come Comus, Tircis, Valeria La Grotta nel ruolo di Diane, Deuxième Naïade, Scylla, Francesca Lombardi Mazzulli come L’Abondance, Aminte, Première Naïade, Francesca Longari è Une Dryade e Davide Piva è Un Sylvain. L’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino suona su strumenti originali.

Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini. L’opera, questa edizione del Maggio viene rappresentata in due parti con un intervallo.

Acis et Galatée, opera su libretto di Jean Galbert de Campistron, è l’ultimo lavoro compiuto di Giovanni Battista Lulli. Dopo decenni dedicati alla tragédie lyrique, genere da lui stesso inaugurato, nel 1686 Lully concludeva la sua lunga carriera teatrale con una pastorale-héroïque, un genere intermedio che combinava sulla scena personaggi divini e mortali, nobili e pastori, commissionatagli dal duca di Vendôme per omaggiare il Delfino di Francia ospite nel castello di Anet. ll libretto è ispirato alla leggenda di Aci e Galatea descritta nel libro XIII delle Metamorfosi di Ovidio. Il pastore Aci ama, ricambiato, la ninfa delle acque Galatea, ma anche il mostruoso ciclope Polifemo ama la ninfa e vedendosi respinto uccide per gelosia Aci, schiacciandolo sotto una roccia. Tuttavia, grazie all’intervento del dio Nettuno, Aci sarà riportato in vita e trasformato in un fiume. Pur cimentandosi con un genere minore, che si articola in soli tre atti rispetto ai canonici cinque delle tragédies lyriques e prevede un numero inferiore di numeri musicali, Lully non rinuncia al tono aulico che caratterizza tutta la sua produzione maggiore. In Acis et Galatée la declamazione è sempre estremamente curata e attenta a ogni inflessione del verso così come la musica, che possiede i medesimi toni sontuosi e imponenti delle grandi tragédies. Per tali ragioni l’opera riscosse fin dall’esordio il plauso del pubblico, entrando di diritto nella storia del teatro musicale francese.

Dopo la prima, altre tre le recite previste: il 6 e 11 luglio 2022 alle ore 20 e 9 luglio alle ore 18.

Grazie alla Fondazione CR Firenze, la recita del 11/07/2022 è in vendita con uno sconto del 50% su i biglietti di ogni settore.

Per il ciclo “Oltre il sipario”, conferenze sulle opere del Festival realizzato in collaborazione con Publiacqua, venerdì 1 luglio alle ore 17.30 Giovanni Vitali, responsabile della Promozione culturale del Maggio, parlerà dell’opera. L’incontro si svolgerà nel Foyer di galleria del Teatro con la partecipazione degli Artisti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino.

Spiega il Maestro Federico Maria Sardelli: “Gian Battista Lulli lo chiamo col nome italiano e non per un fatto di campanilismo o nazionalismo, ma perché Lulli ha vissuto i primi 14 anni della sua vita a Firenze e Firenze, e l’Italia in generale, si è dimenticata di questo suo figlio. Oggi, con questa produzione, torna in patria in maniera piuttosto sontuosa, una maniera finalmente degna di tutto quello che ci ha lasciato. In Francia viene eseguito stabilmente, il Paese dove del resto ha trovato la sua fortuna e ha creato la musica francese barocca; la Francia, almeno fino alla rivoluzione  è stata impregnata dalla sua impronta fortissima, quindi è giusto che i francesi lo considerino un loro figlio e che lo celebrino. Ma anche noi italiani dobbiamo ricordarci di questo gigante. Altrimenti abbiamo un buco. Noi abbiamo Monteverdi nella prima metà del 600 e nella seconda metà c’è questo portento che è stato Gian Battista Lulli. Facendo un paragone, sarebbe quasi come dimenticarsi di Gianlorenzo Bernini, una cosa simile. Per fortuna il Maggio Musicale Fiorentino e il sovrintende Pereira hanno voluto fare questo sforzo produttivo, che consiste non soltanto nel programmare un titolo così difficile, così particolare, ma di dotare per la prima volta nella sua storia l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino di strumenti originali, strumenti d’epoca, e questo è un passo storico. Consente di cominciare a riguadagnare tutto il repertorio primo Settecentesco e Seicentesco e poterlo anche eseguire con questa compagine. Quindi Lulli torna a Firenze, torna in Italia, torna in Patria. Dal punto di vista musicale questa musica ha bisogno di essere eseguita con un codice complicatissimo di abbellimenti, di notine, c’è tutta una tabella di abbellimenti che Lulli ha impresso nella sua tabella musicale, come fossero tantissime spezie con cui la sua musica viene condita, si scrive in una maniera ma si legge in un’altra. È questo il problema della musica francese, ha bisogno di essere decodificata. Tutto questo lavoro  lo abbiamo fatto insieme in questi giorni di prova sia con i cantanti che con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. La cosa che mi rende felice è questo ritorno di Lulli in Patria. E proprio il Comune di Firenze, il Sindaco Dario Nardella, ha diramato un comunicato stampa dove annuncia non solo questo grande ritorno, bensì un progetto persino un po’ più ambizioso, che è quello di riconoscere finalmente il posto che merita a Gianbattista Lulli cominciando da Firenze con la creazione dell’istituto Gianbattista Lulli a Palazzo Vecchio, nella Sala dei Gigli, la sala che meglio identifica questo connubio tra Firenze e la Francia. A settembre vedrà la luce e, a novembre, per il 390esimo compleanno di Lulli organizzeremo il primo grande evento. Che sarà concertistico sicuramente, ma forse anche una giornata intera di studi in cui ci dedicheremo a puntare il faro sui documenti della vita di Lulli; il capitolo dei suoi primi 14 anni è ancora da dissodare. Gli archivi fiorentini conservano documenti che ci aiuteranno a tracciare il suo profilo biografico. Insieme al Sindaco e al sovrintendente Pereira, al Centre de Musique Baroque de Versailles, all’Istituto francese qui a Firenze, all’Università, studiando la sua vita e le sue partiture, ed eseguendo le sue opere, vogliamo creare un connubio virtuoso di enti culturali che si dedicheranno a questo progetto”.

Benjamin Lazar, al suo debutto alla regia al Teatro del Maggio, e in occasione del suo primo allestimento fiorentino ha detto: “Per me è un grande onore poter essere parte di questa produzione a Firenze, proprio la città di Lulli. Io credo che quest’opera, l’ultima scritta dal compositore, sia un vero e proprio capolavoro: è splendido constatare come si passi, all’interno di Acis et Galatée, da momenti tragici a momenti comici e più distensivi. Insieme a essi, pur essendo l’opera breve nel suo complesso, troviamo anche momenti toccanti e sentimentali, che rendono questa pastorale heroique un vero e proprio manifesto di emozioni umane in musica. Grazie anche alla collaborazione con Adeline Caron, la scenografa, abbiamo quasi “creato” una mitologia, come se fosse sospesa fra il nostro tempo e l’epoca dell’opera. Anche i cantanti e le loro movenze saranno legate a questo concetto: abbiamo “unito” il gesto e i movimenti  moderni al modo di recitare, anche e soprattutto fisico, del 17° e 18º secolo, creando così un ponte fra questi due mondi. Per me questa è la prima produzione assoluta a Firenze, e sono rimasto assolutamente ammirato dal lavoro che abbiamo svolto insieme a tutto il nostro team, davvero fantastico. Anche il lavoro fatto in scena, con i dipinti appositamente realizzati per quest’opera è stato davvero formidabile”.

Ulteriori informazioni: www.maggiofiorentino.com

In copertina, un momento delle prove
Photo: Michele Monasta

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