Dopo l’innovativa stagione 2020, che per la prima volta ha portato il palcoscenico al centro dell’Anfiteatro, anche per il 2021 Fondazione Arena mette da parte gli storici e imponenti allestimenti architettonici e presenta una stagione che rilegge in maniera tecnologica gli spazi grandiosi, in una nuova narrazione che vuole idealmente abbracciare tutta la bellezza italiana avvalendosi della collaborazione con eccellenze museali, espositive, artistiche e culturali da tutto il Paese.
Mercoledì 26 maggio alle ore 10 la Biglietteria centrale riaprirà le porte ai nuovi spettatori e contestualmente alla ripresa delle vendite online.
Dalla totale incertezza sui tempi e le modalità delle riaperture e dalla consapevolezza che solo il team di produzione interno sarebbe stato in grado di sviluppare il festival nei tempi necessari è nata l’idea di affidare le nuove produzioni ad un’identità collettiva costituita da tutte le maestranze areniane e guidata dal sovrintendente e direttore artistico Cecilia Gasdia. Un vero e proprio collettivo artistico per sostenere un progetto innovativo e sperimentale con tutta la conoscenza, l’esperienza e l’amore necessari per gestire in rapidità le innegabili complessità e criticità degli spazi areniani. La scelta, in sé rivoluzionaria, è poi divenuta una vera opportunità per testare idee nuove e ipotesi di lavoro future. Dunque, un’unica firma corale per cinque nuove produzioni liriche e due appuntamenti sinfonici.
In questa cornice s’inserisce l’idea in sé etica, di legare Fondazione Arena alle grandi eccellenze museali e culturali del nostro paese, anch’esse chiuse per lunghissimo tempo, alle quali Arena aprirà uno spazio divulgativo internazionale di grande potenza espressiva, ispirandosi per gli allestimenti a grandi capolavori d’arte in un ideale gemellaggio artistico che abbracci tutto lo stivale. Ciascuna istituzione darà uno specifico contributo all’interno della drammaturgia di un’opera, in una equilibrata sintesi tra l’iconografia, la tecnologia di 400 mq di ledwall e gli elementi di scenografia che caratterizzeranno i singoli allestimenti.
Musei Vaticani, Biblioteca Apostolica Vaticana e Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi collaboreranno per tratteggiare un contesto visuale che narri nel dittico di apertura la cultura e tradizione popolare siciliana, con particolare riferimento all’ambito religioso, che caratterizza Cavalleria rusticana; per Pagliacci invece si avranno suggestioni felliniane in collaborazione con il Museo del Cinema di Torino e il Comune di Rimini.
Per Aida invece Fondazione Arena ha individuato il proprio partner narrativo ideale nel Museo Egizio di Torino, la cui collezione scultorea, fra le più importanti al mondo, fungerà da elemento caratterizzante nella dialettica tra le pietre romane di Arena e l’iconografia egizia.
In Nabucco entrerà in campo la collaborazione con il Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara per un excursus sulla storia dell’ebraismo dalle origini agli anni ’40 del Novecento.
Turandot nasce invece dal dialogo con il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma per una suggestione decorativa che tratteggi la grande arte dell’Impero e la sua reinterpretazione d’inizio secolo nella moda europea.
Mentre La traviata nasce da un percorso di studio sulla figura femminile in tutte le sue sfaccettature grazie alla ricca collezione della Galleria degli Uffizi di Firenze.
Dunque, Fondazione Arena racconta al mondo, con il suo 98° Festival l’eccellenza delle maestranze italiane tutte, uscendo dalla logica personalistica del nome di richiamo, e al contempo mette l’accento sui tesori del Paese, dai più celebri ai meno noti, in un vero progetto corale che, in ultima sintesi, vuole anche essere metafora dello sforzo collettivo di tutta la società per uscire dalla crisi.
Qui il link con i protagonisti dell’Arena Opera Festival 2021
Ulteriori informazioni: www.arena.it