La data è simbolica, la Giornata mondiale del teatro. Ma sull’ipotesi di riapertura di teatri e sale da concerto, annunciata dal ministro Dario Franceschini per il prossimo 27 marzo, pesano diverse incognite. A cominciare dalla necessità dell’ultimo via libera del comitato tecnico scientifico – quello che di fatto governa questo Paese da quasi un anno – che tornerà a riunirsi tra due settimane. L’Associazione Teatri Italiani Privati, dal canto suo, frena: “Impossibile per il settore privato dello spettacolo ipotizzare una riapertura delle sale nei prossimi 30 giorni senza la certezza di un sostegno economico e operativo”. L’ipotesi, peraltro, riguarda le zone gialle ed è comunque subordinata all’evoluzione della pandemia, che proprio in questi ultimi giorni sembra riprendere vigore, mentre le vaccinazioni rallentano. Restano ancora da stabilire le regole da adottare per il ritorno in sala e in platea, ma si va verso un’occupazione del 25% dei posti a sedere con una capienza massima di 200 posti per i cinema e i teatri al chiuso e 400 per quelli all’aperto. Scontato l’obbligo per il pubblico di indossare la mascherina. Tali previsioni sono contenute nella bozza del nuovo dpcm che entrerà in vigore il 6 marzo e lo sarà fino al 6 aprile prossimo. Che sia la volta buona?