Il premio Oscar Nicola Piovani sceglie Trieste per la sua prima opera lirica, che prenderà vita al Teatro Verdi nelle prossime settimane e andrà in scena nel gennaio 2022. Il musicista è arrivato in questi giorni in città e ha già iniziato le prove, un percorso a stretto contatto con il Verdi e con tutti i professionisti coinvolti, che sarà anche raccontato attraverso un documentario. Amorosa presenza è la sua prima opera composta, frutto di una lunga gestazione, che porterà in scena la storia di due ragazzi degli anni Settanta innamorati dell’amore, ma caratterizzata anche da imprevisti e colpi di scena. Un progetto rilevante per il teatro, che arriva nel momento della ripartenza dopo le chiusure legate al Covid-19 e che rappresenta un motivo in più per guardare con positività alla ripresa completa dell’attività. Per Piovani è un gradito ritorno a Trieste. Nel 2018 ha diretto il concerto Piovani dirige Piovani organizzato dalla Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi, insieme al Comune di Trieste.
L’opera: Amorosa presenza, in due atti, ha origini lontane. La prima idea risale al 1977, rimasta poi a lungo in un cassetto. «Vincenzo Cerami mi parlò del romanzo che stava scrivendo – spiega Piovani – e mi sembrò un soggetto perfetto per ricavarne un libretto d’opera. Avevamo una commissione verbale dal Teatro dell’Opera di Atene e cominciammo a lavorare serratamente alla scaletta e al libretto dell’opera. Quando eravamo a circa metà del guado, la commissione greca si volatilizzò. Bussammo alla porta di qualche teatro italiano, ma lo facemmo con molta timidezza e troppo pudore». Il progetto resta fermo, per tanti anni «ma quando ho raccontato questa storia in un’intervista – prosegue – quando ho detto che se ne sarebbe riparlato “alla prossima reincarnazione”, ho ricevuto una telefonata del direttore generale del Teatro Verdi Antonio Tasca, che mi proponeva di riprendere a Trieste quel progetto. Ho accettato e mi ci sono buttato a capofitto con molta euforia, ho ricominciato a lavorarci con l’aiuto di Graziella e Aisha Cerami e, grazie al Teatro Verdi di Trieste, al sovrintendente Stefano Pace, al direttore artistico Paolo Rodda quest’opera vedrà la luce durante la prossima stagione. Si racconta – aggiunge Piovani – che Giuseppe Verdi rispondesse, a chi gli chiedeva com’era il suo prossimo lavoro, “Speriamo che venghi bene”, frase che riassume bene il mio sentimento nei confronti di questo “lavoro in corso”».