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Su Rai5, i memorabili Dialoghi delle Carmelitane secondo Muti e Carsen

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Più che un’opera, è un dramma liturgico. Tema de Les dialogues des Carmélites (I dialoghi delle Carmelitane) di Francis Poulenc (1957) è la vittoria della paura della morte attraverso la grazia divina. In tre atti e dodici quadri si ripercorre il martirio morale e fisico di un gruppo di suore condannate alla ghigliottina durante la Rivoluzione francese.

L’edizione del Teatro alla Scala in onda domenica 26 aprile su Rai5, ore 10.00 (e ripresa al Teatro degli Arcimboldi nel 2004) è memorabile. In un’opera intessuta di moti psicologici e spirituali, si lavora visivamente per sottrazione, ottenendo con mezzi minimi e simbolici il massimo risultato. La magnifica regia di Robert Carsen non interrompe il flusso drammatico che percorre l’opera, è accurata nella recitazione e risolve con originalità i contorni storici della vicenda. Straordinario il finale. Sedici suore in veste bianca si accasciano con movimenti coreografici bellissimi, come candidi fagotti. Niente ghigliottina, nessuna traccia di sangue. La drammaticità di una Passione può essere evocata con allusioni e gestualità evocative toccanti.

Dal podio, Riccardo Muti non si concentra solo su pulizia e nitidezza del suono. Imprime un taglio energico capace di tonificare il discorso musicale e togliere un po’ di quell’estetizzante lirismo di cui Poulenc spesso si compiace a costo di smussare la tensione drammatica. Muti raggiunge inoltre un adeguato equilibrio fra i mutevoli cromatismi orchestrali e il severo declamato affidato alla linee vocali. Fra le interpreti, segnaliamo la Priora di Anja Silja – già usurata vocalmente ma straordinaria nel fraseggio e nella recitazione – e la nuova Priora di Elisabete Matos. Apprezzabile la coppia delle novizie: Dagmar Schellenberger (Blanche) e Laura Aikin (Constance).

Photo credit: Andrea Tamoni

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