Anche il Teatro San Carlo di Napoli, quanto a programmazione in chiusura di vecchia e apertura di nuova stagione, causa Covid naviga a vista. Ed è così che ieri mattina, a poche ore dalla drastica stretta sulla regione annunciata con toni durissimi nella consueta diretta Facebook del venerdì dal governatore Vincenzo De Luca e dalla guerriglia urbana esplosa poi in serata, il sovrintendente Stéphane Lissner è intervenuto in conferenza-stampa dal palcoscenico vuoto di un teatro silente per illustrare le rimodulazioni della lirica e dei concerti in agenda fino allo scadere di quest’anno.
Per cambiare, cambia abbastanza, pur tentando di mantenere in piedi almeno i contratti con i grandi cantanti, le bacchette più alte e con la danza. In sostanza, La bohème di Puccini d’apertura, creata appositamente per il Lirico napoletano da Emma Dante e prevista in locandina dal 4 al 17 dicembre, slitterà al prossimo giugno 2021 mentre, per tre sere dal 15 novembre (con repliche il 17 e il 19), saranno recuperate almeno le voci – molte nuove per Napoli – più Orchestra per la solita forma da concerto. Direttore sempre Juraj Valčuha e gli interpreti del cast precedentemente annunciato. Ossia, Selene Zanetti (Mimì), per la prima volta al Teatro San Carlo, Damiana Mizzi (Musetta), Stephen Costello (Rodolfo) e Adam Plachetka (Marcello). Completano il cast Pietro Di Bianco (Schaunard), Daniel Giulianini (Colline), Matteo Peirone (Benoît / Alcindoro) e Roberto Covatta (Parpignol).
«In questa situazione – ha detto il sovrintendente – dobbiamo presentare comunque un progetto per l’apertura. Qualcosa che sia un segnale forte, che dia grande emozione». Per il via alla nuova stagione Lissner ripesca quindi un suo grande progetto-spettacolo di un paio di anni fa, dedicato a una delle massime voci di ogni tempo, quella della Callas, proponendone l’esecuzione in prima italiana il 4 dicembre alle ore 19: 7 Deaths of Maria Callas di e con Marina Abramović, autrice di regia e scene, attrice. Si tratta di un potente racconto multimediale, cantato in presenza da sette interpreti attraverso le morti sul palco delle più celebri eroine scolpite dal secondo Novecento e a cifre auree nella storia della lirica dal soprano greco. Lo spettacolo, nato per l’Opera di Monaco di Baviera nei giorni della sua sovrintendenza parigina, è realizzato in coproduzione fra il Teatro di San Carlo e alcuni dei più importanti teatri al mondo: Bayerische Staatsoper, Deutsche Oper Berlin, Greek National Opera Athens, Liceu de Barcelona, Opéra National de Paris.
Le immortali interpretazioni della Callas rivivranno dunque nel corpo e nei movimenti di Marina Abramović, nonché lungo il filo di sette morti e sette donne, attraverso la voce di alcune tra alcune tra le più quotate artiste di canto del panorama internazionale: Elina Garanča, canterà “L’amour est un oiseau rebelle” dalla Carmen di Bizet, Selene Zanetti interpreterà “Vissi d’arte” dalla Tosca di Puccini, Pretty Yende darà voce a Desdemona nell’Ave Maria tratta da Otello di Verdi e Nadine Sierra eseguirà “Il dolce suono” dalla Lucia di Lammermoor di Donizetti; Maria Agresta e Carmen Giannattasio canteranno rispettivamente “Casta Diva” dalla Norma di Bellini e “Un bel di, vedremo” dalla Madama Butterfly di Puccini. Adela Zaharia infine darà forma e voce all’”Addio, del passato” dalla Traviata di Verdi. 7 Deaths of Maria Callas, che vedrà dunque anche Marina Abramović anche protagonista accanto alla stella del cinema Willem Dafoe, si avvale delle musiche di Marko Nikodijević affidate all’Orchestra della Fondazione e alla direzione di Yoel Gamzou. I costumi sono firmati da Riccardo Tisci, la regia video è di Nabil Elderkin. Sei in tutto le repliche, dal 4 al 10 dicembre, con durata da 90 minuti senza intervallo. A parte i cospicui finanziamenti di base del Fus ministeriale, lo spettacolo 7 Deaths of Maria Callas è reso possibile grazie al sostegno della Regione Campania (Piano Operativo Complementare Poc 2020) e di un gruppo di imprenditori capitanato da Philippe Foriel, Gianfranco e Antonio D’Amato (Seda Group), Massimo, Luca e Pietro Moschini (Laminazione Sottile), Giuseppe Di Martino (Pastificio Di Martino).
Sempre per la lirica, il rapporto con il direttore musicale Valčuha proseguirà negli anni e con una terna di titoli importanti: Mefistofele di Arrigo Boito nella Stagione 21/22, Don Carlo di Giuseppe Verdi in apertura di Stagione 22/23 e Wozzeck di Alban Berg in pari calendario. Sfrondando anche la Sinfonica e il palinsesto di Balletto, restano in piedi: l’atteso concerto di Riccardo Muti che, questa volta, dirige l’Orchestra del Teatro San Carlo (8, 10 e 11 novembre, con aggiunta della prova generale in pomeridiana del 7 aperta al pubblico) interpretando l’Ouverture da I due Figaro di Mercadante nel doveroso omaggio a 150 anni dalla morte, la Sinfonia n. 3 in re maggiore di Schubert e la Quinta Sinfonia di Čajkovskij; il recital pianistico di Jean-Yves Thibaudet (18 novembre) con i Préludes di Debussy e dedica al grande Aldo Ciccolini a 5 anni dalla scomparsa; rientro del Coro l’11 e 12 dicembre con la Petite messe solennelle di Rossini nella versione per soli, coro, due pianoforti e armonium diretta da Gea Garatti Ansini; Concerto di Natale diretto da Juraj Valčuha (18 e 19 dicembre) con musiche di Nino Rota e Ennio Morricone.
Quanto alla danza, torna in scena (il 21 novembre, in doppio spettacolo alle 17.00 e alle 20.00) il Balletto del Teatro di San Carlo con Le Quattro Stagioni, coreografia che Giuseppe Picone ha concepito sulle musiche di Antonio Vivaldi eseguite dal vivo dall’Orchestra di casa e, dal 23 dicembre al 3 gennaio, dieci recite dello Schiaccianoci di Čajkovskij, sempre a firma del direttore del Ballo Picone, con le tradizionali scene di Nicola Rubertelli e i costumi di Giusi Giustino. Protagonisti Anna Chiara Amirante, Claudia D’Antonio, Luisa Ieluzzi, Sara Sancamillo, Salvatore Manzo, Danilo Notaro e Alessandro Staiano.
Intanto si continua a lavorare su titoli e concerti da proporre a seguire ma, per quel che avverrà nei prossimi mesi, il sovrintendente Lissner, confessa al termine: «Nessuno può rispondere con chiarezza. Resta solo un punto fermo: la necessità di avere in sala almeno 550 spettatori, pari a un terzo della capienza della sala. Se si dovesse tornare a 200, per noi, sarebbe un disastro».
Ulteriori informazioni: Teatro San Carlo