Suona come un regalo di Natale e di buon auspicio per il nuovo anno, la notizia ormai nota che il Teatro Regio di Torino riprenderà l’attività dopo diversi mesi di silenzio. Il sipario era calato ai primi di marzo, dopo Nabucco e poco prima dell’andata in scena de La bohème di Puccini nell’allestimento firmato da Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, con scene e costumi ripresi da bozzetti e figurini originali di Adolf Hohenstein, disegnati per la prima assoluta torinese del 1° febbraio 1896. Uno spettacolo che ora si potrà finalmente vedere, perché già realizzato; verrà registrato da Classica HD Canale 136 di Sky e mandato in onda il prossimo 23 gennaio alle ore 21, mentre l’1 febbraio, in occasione del 125° anniversario della prima rappresentazione assoluta, sarà disponibile in streaming su www.teatroregio.torino.it al costo di € 5. I biglietti sono già in vendita.
Sul podio ci sarà Daniel Oren, mentre il cast, di tutto rispetto, vedrà sulla scena Maria Teresa Leva (Mimì), Iván Ayón Rivas (Rodolfo), Paola Antonucci (Musetta), Massimo Cavalletti (Marcello), Alessio Cacciamani (Colline), Tommaso Barea (Schaunard) e Matteo Peirone (Benoît e Alcindoro).
Le sorprese non finiscono qui. Il commissario straordinario, Rosanna Purchia, la “lady di ferro” che sta tentando davvero tutte le strade possibili per far uscire il Regio dallo stato di crisi nel quale è caduto – e vi è caduto al di là delle conseguenze dovute al Covid-19, con un debito cresciuto a dismisura e la spada di Damocle dell’inagibilità del teatro a causa dei mancati e non ancora iniziati lavori di messa a norma del palcoscenico, che già finanziati inizieranno in primavera e priveranno per alcuni mesi la città del proprio teatro d’opera, con la necessaria ricerca di sedi alternative – non si è data per vinta. Il silenzio dell’inattività non lo poteva sopportare e quindi, dopo un periodo di assestamento per comprendere fin dove ci si sarebbe potuti spingere, nonostante i problemi sindacali e la chiusura forzata del teatro a causa delle direttive anti Covid-19, ha finalmente tirato fuori dal cappello la sua idea di Teatro Regio per l’immediato futuro.
Un progetto che, al di là della sopra annunciata Bohème, ha in serbo succose novità. Dopo il Concerto di Natale in streaming dello scorso 23 dicembre, che ha visto il ritorno al Regio di Gianandrea Noseda, indimenticato e ancora amatissimo ex direttore musicale dell’Orchestra del Regio, sarà la volta, sempre in streaming, del Concerto di Fine Anno, che vedrà il 31 dicembre alle ore 15 Donato Renzetti sul podio dell’Orchestra del Regio impegnato in un programma ampio e variegato, che abbraccia il periodo barocco con Charpentier e Händel, quello settecentesco con Mozart, l’Ottocento con Rossini, von Suppé, Strauss jr., Bizet, Čaikovskij e Borodin arrivando alle atmosfere novecentesche con De Falla, Warlock e la riorchestrazione di Respighi della rossiniana La boutique Fantasque.
Ma il vero asso nella manica della commissaria Purchia è l’annuncio di un evento che nessuno avrebbe sperato o immaginato in tempi che avevano abituato il Regio a un silenzio forzato sordo e senza speranza. Il comunicato del Teatro usa le parole stesse del maestro Riccardo Muti per lanciare la notizia del suo arrivo a Torino, il prossimo febbraio, per dirigere la messa in scena di Così fan tutte di Mozart: «C’è un lusso meraviglioso che regala la musica: l’intensità nella delicatezza, quel saper suonare piano e intenso, a cui invitava Toscanini. È anche un modo di vivere. Sentire la semplice, abissale differenza che passa fra urlare “ti amo” o sussurrarlo». Questa gioia la signora Purchia sa bene come trasmetterla al momento in cui descrive l’iter che l’ha portata a convincere il grande maestro a venire a Torino per salire sul podio dell’Orchestra del Regio per la prima volta. Torino aveva ospitato Muti in diverse occasioni, per le stagioni dei Concerti del Lingotto e per MiTo con orchestre ospiti, o all’Auditorium della Rai con l’Orchestra Sinfonica della Rai di Torino, ma mai ha diretto i complessi del Regio. Il suo prossimo arrivo suona quindi come un avvenimento ben preparato nella mente del commissario, fin dai primi giorni di lavoro a Torino, forte della sua esperienza passata al Teatro San Carlo di Napoli e della conoscenza col maestro, nei confronti del quale non nasconde tutta la sua ammirazione.
L’allestimento dell’opera di Mozart che si vedrà al Regio è una coproduzione fra il teatro partenopeo, dove inaugurò la stagione 2018/19 e la Wiener Staatsoper, dove invece avrebbe dovuto esser allestito nel maggio scorso ma fu cancellato causa lockdown. Ora, grazie alla collaborazione fra Napoli e Vienna, approderà a Torino nell’allestimento firmato dalla regia di Chiara Muti, con scene di Leila Fteita e costumi di Alessandro Lai. Cast di interpreti tutti italiani: Mariangela Sicilia (Fiordiligi), Paola Gardina (Dorabella), Alessandro Luongo (Guglielmo), Giovanni Sala (Ferrando), Francesca Di Sauro (Despina) e Marco Filippo Romano (Don Alfonso).
Dato il perdurare dell’incertezza sull’apertura del Teatro al pubblico, si sta lavorando su tre ipotesi: la prima, nel caso fosse possibile disporre della capienza totale della sala, prevede 5 recite a febbraio; la seconda, nel caso di una capienza limitata, alle stesse cinque recite si aggiungerebbe la trasmissione in streaming dell’opera; la terza ipotesi, nel caso fosse ancora imposta la chiusura, alla diffusione in streaming di Così fan tutte si aggiungerebbe un Concerto straordinario diretto dal maestro Riccardo Muti con l’Orchestra del Regio e trasmesso in streaming.
Insomma, la volontà per far ripartire il Teatro Regio poggia ora su basi concrete.
Photo credit: Todd Rosenberg