La musica di Antonio Vivaldi e lo straordinario scenario di Andrea Palladio (e Vincenzo Scamozzi). Vicenza in Lirica, festival diretto da Andrea Castello, si apre sabato 29 agosto alle 21 con Juditha triumphans, capolavoro sacro del Prete Rosso, nell’impagabile cornice del Teatro Olimpico. Sul palco, le voci di Sara Mingardo, Vivica Genaux, Caterina Meldolesi, Cecilia Gaetani e Alessandra Visentin, con l’Ensemble barocco del Festival diretto da Francesco Erle e col Coro Schola San Rocco. Le luci, affidate al light designer Andrea Grussu disegneranno con la musica il trionfante materiale sonoro vivaldiano.
“L’impresa di voler presentare nella emergenza del 2020 il capolavoro sacro di Vivaldi come segno di ripresa della musica dal vivo – spiega Francesco Erle – costringe a una sfida musicale letteralmente inaudita, ma pensata e fortemente voluta, e in cui tutto il gruppo crede profondamente”. L’Ensemble formato appositamente per l’occasione si avvale della presenza di musicisti capaci di confrontarsi con l’intera partitura di Vivaldi, per farla rivivere nel suo fulgore, pur essendo in numero notevolmente ridotto. I continuisti quindi non realizzeranno solo il basso, ma si distribuiranno tutte le parti principali, e saranno: al cembalo, e suonando direttamente sul manoscritto di Vivaldi, Francesco Erle; all’organo e al regale, Roberto Loreggian; alle viole da gamba, Cristiano Contadin; alla tiorba e liuto Gianluca Geremia; al liuto e alle percussioni Davide Gazzato. A loro si aggiungeranno progressivamente come ospiti a sorpresa: al salmoè, il celebre clarinetto di Vivaldi, Luigi Marasca e, cosa veramente rara, due virtuosi polistrumentisti come Anna Fusek a flauti e violino e Arrigo Pietrobon a oboe e flauti.
Sacrum militarem oratorium. Così viene definita la Juditha triumphans sul frontespizio del libretto di Giacomo Cassetti, datato 1716. Si tratta di uno dei tre oratori sacri scritti dal celebre compositore, che fu invece prodigo di opere liriche (ben 48 nel suo catalogo). Ma, si sa, Venezia è sempre stata città più profana che sacra e il Prete Rosso, dal canto suo, venne dispensato dalla celebrazione dei sacramenti il giorno stesso della sua ordinazione sacerdotale. Pur non essendoci una testimonianza in tal senso esplicita, gli studiosi ritengono che l’opera celebri la vittoria di Venezia sull’impero ottomano, con la presa dell’isola di Corfù. Tanto che i vari personaggi sono portatori di un significato allegorico: Giuditta simboleggia Venezia, Oloferne il Sultano, Abra la Fede, Betulia la Chiesa, Ozias i Cristiani. Probabilmente concepito per le “putte” dell’Ospedale della Pietà, l’oratorio coniuga in modo originale i temi della celebrazione politica e dell’erotismo, che emerge in particolare nel gioco di seduzione posto in essere da Giuditta. Inutile dire che la musica è magnifica.
“Sarà un’edizione diversa dalle altre, a causa della situazione causata dal Covid-19” dice Andrea Castello a proposito del Festival che prevede molti altri appuntamenti fino al 6 settembre prossimo. “Sicuramente – aggiunge il direttore artistico – sarà ancora una volta un’edizione all’insegna della qualità musicale che da sempre siamo in grado di portare a Vicenza. Sono pienamente consapevole che non potrò vedere un teatro pieno ma la cosa che mi incoraggia è comunque vedere un pubblico presente che possa sostenere gli artisti oltre che il festival e, soprattutto, che dia vita al teatro dal vivo, entità che non si può sostituire con altri metodi”.
Prenotazioni biglietti: 349 620 9712; info@concettoarmonico.it. Prevendita: www.vivaticket.it