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Coronavirus: in un video l’omaggio di Eleonora Buratto a Brescia

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La voce di uno dei più grandi soprani del panorama internazionale e le immagini di alcuni capolavori del Museo di Santa Giulia a Brescia, patrimonio dell’Unesco. Sposa diverse suggestioni l’omaggio musicale – e artistico – che il soprano Eleonora Buratto, mantovana d’origine ma bresciana d’adozione, ha voluto fare alla Leonessa d’Italia in occasione della Pasqua. Viene diffuso infatti oggi, Venerdì Santo, sui social il breve video del Crucifixus tratto dalla Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini, opera del 1863, sublime capolavoro sacro di uno dei maggiori compositori di ogni tempo: la stupenda voce di Eleonora Buratto, accompagnata dall’Orchestra Filarmonica del Lussemburgo diretta da Gustavo Gimeno, intona le parole latine del Credo relative alla morte di Cristo in croce. A commento di tale pagina dall’espressività raccolta e dolente, scorrono alcune immagini di capolavori sacri conservati nel Museo di Santa Giulia. Si tratta della Croce di Desiderio, manufatto carolingio tra i simboli della città, del sacello duecentesco di Santa Maria in Solario, col suo magnifico cielo stellato, e della grande Crocifissione affrescata nel 1527 da Floriano Ferramola nel Coro delle Monache.

La realizzazione del video è stata possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Brescia Musei diretta da Stefano Karadjov. “Sono giorni dolorosi per l’Italia, specialmente per la Lombardia e soprattutto per Brescia e Bergamo – dice Eleonora Buratto -. Sono bresciana d’adozione, amo il paese sul lago d’Iseo dove vivo da qualche anno, amo il nostro capoluogo, la sua gente, le opere d’arte custodite nello straordinario centro storico. Sono a casa come tutti, ma ho voluto egualmente fare qualcosa per Brescia: è stato naturale pensare di utilizzare il Crucifixus della Petite Messe Solennelle per pregare perché tutto questo finisca. Ho voluto che questa pagina rossiniana accompagnasse le immagini di alcune delle opere più significative custodite nel Museo di Santa Giulia, perché la musica e l’arte dicono tutto e meglio delle nostre parole”.

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