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Al San Carlo di Napoli, “Il flauto magico” diretto da Ferro

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A pochi giorni dal successo della Prima Sinfonia di Gustav Mahler, il Teatro di San Carlo apre nuovamente le proprie porte, venerdì 2 ottobre alle ore 20.00 e domenica 4 ottobre alle ore 18.00 per l’opera di Wolfgang Amadeus Mozart Die Zauberflöte /Il flauto magico, Singspiel in due atti su libretto di Emanuel Schikaneder. L’opera sarà eseguita in forma di concerto nella lingua originale senza i dialoghi parlati. Sul podio, impegnato a dirigere Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo ci sarà Gabriele Ferro.

Nel doppio cast delle due serate Kostantin Gordy e Ramaz Chikviladze interpreteranno Sarastro, il ruolo di Tamino è affidato ad Antonio Poli e a David Ferri Durà mentre il soprano Mariangela Sicilia sarà Pamina, assieme a Valentina Matrangelo. La Regina della Notte avrà il volto e la voce di Daniela Cappiello, nel ruolo di Papageno si avvicenderanno Roberto de Candia e Vincenzo Nizzardo e in quello di Papagena Lara Lagni e Michela Antenucci. Oltre a Cristiano Olivieri (Monostatos), completano il cast Emanuela Torresi (Prima Dama) Laura Cherici (Seconda Dama), Adriana Di Paola (Terza Dama), Marco Miglietta (Primo Armigero/Secondo Sacerdote) Gianfranco Montresor (Secondo Armigero), Enrico Marrucci e Mariano Orozoco (Primo Sacerdote e Oratore /una voce)Fiorenza Barsanti, Antonello Petillo e Roberta Mancuso ( Primo, Secondo e Terzo Genietto).

Rappresentato a Vienna per la prima volta al Theater auf der Wieden il 30 settembre 1791, Die Zauberflöte, ultimo capolavoro teatrale del catalogo mozartiano col numero K.620, fu completato a pochi mesi dalla morte dell’autore. Mozart seppe infondere al libretto di Schikaneder una nuova vitalità trasformandolo in un fiabesco rito di iniziazione nel quale le vicende dei protagonisti assumono un significato inatteso.
Composto nei ritagli di tempo della stesura della quasi contemporanea Clemenza di Tito, Die Zauberflöte fu da subito riconosciuto come un capolavoro assoluto; Salieri, il principale antagonista di Mozart, la definì un’opera degna di essere rappresentata nelle maggiori solennità e Goethe la riteneva la sola musica che avrebbe potuto rivestire di note il suo Faust. L’opera accoglie in sé tutti i più importanti elementi stilistici e razionali della musica operistica settecentesca, fusi in un’unità drammatico-musicale carica di significati simbolici di stampo massonico, divenendo un modello per l’opera romantica tedesca.

Ulteriori informazioni: Teatro San Carlo

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