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Addio al grande Ennio Morricone. Aveva 91 anni

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Se n’è andato Ennio Morricone. Il grande compositore e direttore di orchestra si è spento in una clinica romana per le conseguenze di una caduta all’età di 91 anni. Con lui se ne va il più geniale inventore di colonne sonore per film. La capacità di Morricone di dare ai più diversi generi cinematografici l’atmosfera decisiva e vincente è infatti leggendaria. Si dice che quando componeva per le pellicole western, Sergio Leone attendesse le registrazioni per poi iniziare le riprese. La musica prima dell’immagine, dunque, come elemento scatenante del senso d’una scena. Si è anche detto che nelle sue melodie si percepiva l’immediatezza e la comunicativa delle grandi arie d’opera. E Morricone ammetteva: “Possono avere lo stesso potere evocativo: come le arie che seguono il recitativo drammatico, rappresentano un momento di sosta. Al cinema, la musica svolge al massimo la sua funzione espressiva quando azione e dialoghi si fermano e lo spettatore è invitato a riflettere”.

Nel 2007 Morricone ricevette il Premio Oscar alla carriera “per i suoi magnifici e multiformi contributi nell’arte della musica per film”. Al 2016 risale invece il secondo Oscar per la partitura di The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Impossibile ricordare tutte le sue meravigliose colonne sonore, alcune da considerarsi autentici capolavori, a partire da quelle concepite per i film di Leone, da Per un pugno di dollari a C’era una volta il West a C’era una volta in America. Come non ricordare poi quella splendida di Mission, o quelle di Nuovo cinema Paradiso, La leggenda del pianista sull’oceano, Metti una sera a cena. Composizioni memorabili. Eppure le colonne sonore sono state a lungo relegate nell’ambito dell’intrattenimento classico-leggero: un ibrido con qualche ambizione, da rapportare alla musica da concerto come l’operetta al melodramma. Con il tempo, però, il trionfo delle contaminazioni e lo sconfinamento dei generi hanno reso l’atteggiamento critico meno supponente. E oggi Morricone può considerarsi un classico.

Fin dall’inizio della carriera Ennio Morricone coltivò gli stili più diversi. Il cinema e la musica leggera gli diedero celebrità planetaria. Sua è per esempio Se telefonando, portata al successo da Mina, con il suo tema ossessivamente circolare (una vera e propria sigla delle composizioni di Morricone). Più defilata, invece, l’attività colta, svolta all’ombra di tematiche sperimentali e tipica di un compositore cresciuto nelle avanguardie storiche del Novecento, formatosi con Goffredo Petrassi. Non a caso l’esecuzione di partiture di Morricone in concerto è sempre stata abbastanza rara. I suoi campi di azione erano la musica improvvisata e quella che indaga il rapporto tra produzione acustica del suono e mondo elettronico Una produzione caratterizzata pure da una vena lirico-sarcastica e non estranea nemmeno all’impegno civile. Come dimostrò l’esecuzione di Voci dal silenzio, brano presentato al Ravenna Festival, sotto la direzione di Muti, e concepito per ricordare la tragedia delle Torri gemelle.

Un fatto, però, è certo. Ennio Morricone resterà nella storia come l’autore di quella che è ormai la colonna sonora di un’epoca, di intere generazioni, di una melodia e di un suono che sono italiani e allo stesso tempo internazionali e che rappresentano forse la vera essenza di molti film da lui musicati: vigori ritmici travolgenti, beffarda caricaturalità sonora, lirismo purissimo e memorie di lancinante malinconia destinati a rimanere nella mente e nel cuore degli spettatori.

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