L’edizione 2020 del Ravenna Festival, presentata lo scorso dicembre, si è arricchita del programma completo dei 100Cellos, che, guidati da Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi, dal 10 al 13 giugno invaderanno Ravenna con blitz musicali in tutta la città per poi dedicare una grande festa-concerto al Progressive Rock con la partecipazione della PFM e di Martin Barre dei Jethro Tull. Annunciato anche il calendario di Per l’alto sale – Il Trebbo in musica 2.0, la rassegna creata ad hoc per Cervia, un itinerario in otto appuntamenti che tra il 17 giugno e il 16 luglio celebrano la tradizione romagnola del trebbo e affrontano argomenti della nostra contemporaneità in compagnia di scrittori, intellettuali, giornalisti…e musicisti.
Ravenna Festival propone dunque un programma ricco di oltre sessanta appuntamenti tra il 3 giugno e il 19 luglio, senza contare le rassegne quotidiane: giovedì 5 marzo si aprono le prevendite per tutti gli spettacoli del calendario estivo, una vera e propria costellazione di eventi in cui brillano artisti di fama internazionale, esclusive e nuove produzioni. I biglietti saranno disponibili presso la Biglietteria del Teatro Alighieri, sul sito www.ravennafestival.org e attraverso la rete di prevendite ufficiali attiva presso tutte le filiali della Cassa di Ravenna SpA, gli uffici IAT, i punti del circuito nazionale Vivaticket.
Il cielo che Dante descrive nel Purgatorio – e che forse aveva ammirato nella volta di mosaici di Galla Placidia – è l’ispirazione per la XXXI edizione del Festival per esplorare quell’Oriente la cui storia è così profondamente intrecciata a quella dell’Occidente e di una città quale Ravenna.
A questo tema-immagine così luminoso, scelto all’approssimarsi delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante, si accosta una visione assai più fosca e inquietante. È un Oriente non più di favola – quello di un popolo massacrato e costretto alla diaspora – che sarà ricordato nel concerto diretto da Riccardo Muti: Le vie dell’Amicizia – che già nel 2004 aveva raggiunto il Teatro Romano di Bosra, tra Damasco e Aleppo – sarà quest’anno “Per la Siria” e dedicato a Hevrin Khalaf. La trentacinquenne segretaria generale del Partito del Futuro siriano, attivista per i diritti delle donne e in prima linea per il riconoscimento dell’identità del popolo curdo e per un dialogo pacifico fra curdi, cristiani e arabi, è stata barbaramente uccisa lo scorso ottobre in un agguato sulla strada tra Ras al-Ayn e Qamishli, nel nord-est della Siria.
In quest’epoca di quotidiano rendiconto dei danni provocati dall’incuria umana al più prezioso dei patrimoni e dei beni comuni – l’ambiente – siamo inoltre dolorosamente consapevoli che il travolgente incanto espresso e assaporato da Dante nella sua purezza, quel paradiso terrestre, può essere irrimediabilmente e definitivamente perduto. Cupidigia e malvagità che rendono irrespirabile “l’aura morta” dell’inferno dantesco possono avvelenare per sempre l’aria, i mari e i fiumi della nostra Madre Terra? Possono incenerire le maestose e altrettanto sacre cattedrali naturali che sono le foreste pluviali?
Quella del Festival è quindi anche una riflessione sulla triplice natura dell’uomo – divina, umana e diabolica – che, sempre in riferimento allo sterminato universo dantesco, sarà il nucleo tematico della Trilogia d’Autunno. Questa si aprirà con una serata affidata a un étoile fuori dagli schemi quale Sergei Polunin, per poi proseguire con il Don Giovanni di Mozart e il Faust di Gounod.
Se la XXXI edizione si inaugura con un capolavoro del Novecento quale Koyaanisqatsi di Philip Glass, la conclusione del calendario estivo è affidata da una parte alla Fura dels Baus, con la spettacolare produzione di Carmina Burana in esclusiva italiana, e dall’altra al gala di danza in omaggio ad Alicia Alonso. Nel firmamento della danza brillano la prima assoluta del nuovo balletto di Johan Inger, il Balletto delle Fiandre e la Hofesh Shechter Company, mentre saliranno sul podio – oltre a Muti – anche Ivan Fischer e Valery Gergiev. Eclettismo è la parola d’ordine per gli appuntamenti con Vinicio Capossela, Stefano Bollani e Neri Marcorè – nonché per i 100 Cellos capitanati da Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi. Se Sant’Apollinare Nuovo ospita i Theatre of Voices di Paul Hillier, a San Vitale si rinnova la rassegna quotidiana dei Vespri delle 19; scorre parallelo il calendario di Giovani artisti per Dante, tutti i giorni alle 11 della mattina nei Chiostri Francescani accanto alla Tomba del Poeta.
Ravenna Festival 2020: il programma completo