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Il 45° Festival della Valle d’Itria e gli splendori dell’opera napoletana: ecco il programma

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Napoli, capitale musicale europea, Paolo Grassi e Pier Luigi Pizzi. Queste le linee lungo le quali si muove la 45ª edizione del Festival della Valle d’Itria, presentata oggi al Piccolo di Milano. “Albori e bagliori. Napoli e l’Europa: il secolo d’oro” è il titolo della manifestazione che si svolgerà a Martina Franca, dal 16 luglio al 4 agosto 2019, seguendo un cartellone con oltre trenta appuntamenti in venti giorni, firmato dal direttore artistico Alberto Triola e dal direttore musicale Fabio Luisi che affiancano il presidente Franco Punzi, fra i fondatori di quella che è una delle più longeve e prestigiose rassegne italiane. Data simbolica, quella del 14 maggio, perché anniversario dalla fondazione del Piccolo (era il 14 maggio 1947), istituzione che ha sempre avuto un legame speciale con Il Festival, non solo in virtù della figura di Grassi.
Martina Franca svelerà i propri tesori musicali nell’atrio del Palazzo Ducale, così come evocato dalla nuova immagine del festival firmata da Francesca Cosanti: Il matrimonio segreto di Cimarosa, Ecuba di Manfroce, Orfeo di Porpora e Coscoletto di Offenbach nel bicentenario della nascita del compositore francese. “L’opera in masseria” diventa itinerante in cinque fra gli spazi più belli del territorio. Intorno alle opere, come sempre, un programma intenso di concerti, incontri e iniziative, cui si aggiunge nel 2019 l’omaggio a Paolo Grassi a cento anni dalla nascita in una sezione denominata “Festival d’arte per tutti”.

Pier Luigi Pizzi – ha detto il direttore artistico Triola –, maestro del teatro italiano, legato a Martina Franca da lunga amicizia, sta vivendo una sua seconda giovinezza: in quest’ottica è da leggere il suo impegno nei due spettacoli al Palazzo Ducale, volto a trasformare il medesimo spazio e impianto scenico per due opere di carattere molto diverso, nel più schietto spirito dell’arte scenica e dell’immaginazione creativa. Grassi è stato uno dei giganti del teatro novecentesco, nel senso più ampio del termine: di origini martinesi e figura dirimente agli esordi del festival, viene omaggiato a cento anni dalla nascita cercando di tradurre in linguaggio contemporaneo il suo lascito, la sua poetica, programmando una serie di appuntamenti che possano essere metafora della sua poetica di organizzatore teatrale e di intellettuale. Napoli è fin dal Settecento una capitale della cultura e della musica, in un’Europa che era già “unita” nel segno della musica italiana, della lingua italiana, dei compositori italiani. Tutte le opere scelte hanno così un legame con Napoli e raccontano la parabola di un’epoca d’oro per la città campana: da Porpora a Vinci, da Cimarosa a Manfroce, dagli splendori della scuola napoletana ai suoi ultimi bagliori per arrivare all’Ottocento inoltrato e ai riverberi malinconici e sorridenti che l’operetta di Offenbach riesce a cogliere per raccontare una Napoli ormai mitizzata, dove il can-can viene sostituito dalla tarantella e l’eruzione del Vesuvio corona la festa musicale”.

Il Palazzo Ducale ospiterà il capolavoro di Domenico Cimarosa Il matrimonio segreto (16, 20 e 31 luglio, 3 agosto) del 1792, e la più rara Ecuba di Nicola Antonio Manfroce (30 luglio, 4 agosto) del 1812, entrambe affidate a un maestro del teatro italiano come Pier Luigi Pizzi, che torna a Martina Franca dopo la Francesca da Rimini del 2016 e la Grande-Duchesse di Gérolstein del 1996. Il matrimonio segreto ed Ecuba saranno caratterizzate da un impianto scenico comune, declinato secondo cifre stilistiche comunque molto diverse tra loro: l’esemplare opera buffa cimarosiana avrà l’aspetto di una raffinata commedia di ambientazione contemporanea, calata da Pizzi nel mondo del collezionismo d’arte; mentre la tragedia lirica di Manfroce risponderà agli stilemi di un classicismo rigoroso: il gusto estetico di Pizzi offrirà al pubblico un’ambientazione di rarefatta eleganza, che rimanda a una dimensione mitica, atemporale, per una messa in scena di esemplare tragicità.
Le bacchette saranno quelle di un giovane in rapida ascesa come Michele Spotti per Cimarosa (eseguito secondo l’edizione critica di Franco Donatoni per Ricordi), e quella del direttore musicale del Festival Fabio Luisi per la rarità di Manfroce (presentata nell’edizione critica di Domenico Giannetta per le Edizioni del Conservatorio Torrefranca), entrambi alla guida dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari.
Il cast del Matrimonio segreto è composto da giovani di grande valore, sia vocale che teatrale come Marco Filippo Romano, Maria Laura Iacobellis, Benedetta Torre, Ana Victoria Pitts, Vittorio Prato, Alasdair Kent. Ecuba non solo è il capolavoro di Manfroce – morto a soli 22 anni –, ma anche uno dei titoli più significativi, ancorché pochissimo esplorato, della storia dell’opera ottocentesca. Ne è assoluta protagonista la moglie di Priamo, re di Troia, figura eponima anche della tragedia di Euripide, che sarà interpretata a Martina Franca da Carmela Remigio, con al suo fianco le voci di Norman Reinhardt, Mert Süngü, Roberta Mantegna, Martina Gresia e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto da Corrado Casati. Per entrambe le opere avranno luogo le anteprime under30 dedicate ai più giovani e la diretta su Rai Radio 3. Ecuba sarà inoltre registrata e trasmessa da Rai5.
“Di Ecuba – ha detto Luisi – se ne parlava già con Celletti e Zedda quando ero maestro sostituto a Martina. Celletti possedeva un vecchio spartito che mi mostrò. Si tratta di un’opera che, paradossalmente, di napoletano ha poco e che piuttosto si orienta su un’Europa a quel tempo lontanissima, ma che guardava al sud almeno come ispirazione. I riferimenti del giovanissimo Manfroce sono l’opera riformata di Gluck e Spontini, con un soggetto appartenente però al bacino mediterraneo, la mitologia”.

Il Palazzo Ducale accoglierà anche altri due titoli operistici in prima italiana, allestiti in forma semiscenica. Coscoletto, operetta di ambientazione partenopea di Jacques Offenbach nel suo bicentenario della nascita (19 luglio) sulla versione ritmica firmata da Sandro Cappelletto dalla traduzione del libretto di Mario Desiati; in scena gli allievi dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” con l’impegno attoriale e registico di Arturo Cirillo e la direzione di Sesto Quatrini – che proprio a Martina ha iniziato la sua carriera – sul podio dell’Orchestra del Petruzzelli, per una coproduzione con la Fondazione Arturo Toscanini e la Fondazione Teatro Due di Parma.
Di Nicola Antonio Porpora si metterà in scena al Palazzo Ducale Orfeo (2 agosto) nell’edizione critica di Giovanni Andrea Sechi, con la regia di Massimo Gasparon e la direzione di uno specialista di questo repertorio come George Petrou con la sua Armonia Atenea, e un cast in cui brilla il controtenore Raffaele Pe affiancato da Anna Maria Sarra, Rodrigo Sosa Dal Pozzo, Giuseppina Bridelli, Davide Giangregorio e Federica Carnevale.
Una novità ancora non annunciata: al Palazzo Ducale il recital di Belcanto (29 luglio) di uno dei soprani più apprezzati di oggi, Olga Peretyatko, accompagnata al pianoforte da Giulio Zappa; altro appuntamento vocale, nel Chiostro di San Domenico, “Già la notte si avvicina” (28 luglio) con cantate, arie e duetti del Sette e Ottocento napoletano interpretate da Raffaele Pe, Francesco Divito, Rodrigo Sosa Dal Pozzo e Lidia Fridman con Vincenzo Rana al clavicembalo e pianoforte.
L’attesa iniziativa dell’“Opera in masseria”, diventa quest’anno “itinerante” in cinque spazi diversi del territorio sui comuni di Martina, Mottola, Ceglie Messapica e Crispiano. Queste masserie saranno la cornice per la messa in scena di due titoli appartenenti al genere buffo settecentesco dell’Intermezzo: L’ammalato immaginario di Leonardo Vinci e La vedova ingegnosa di Giuseppe Sellitti, con la regia di Davide Gasparro, la direzione di Sabino Manzo e il suo ensemble pugliese, la Cappella Musicale Santa Teresa dei Maschi; interpreti vocali di rilievo, Lavinia Bini e Bruno Taddia.
Il calendario si completa con le rassegne di concerti e spettacoli nei chiostri e nelle chiese martinesi nonché con le molteplici iniziative volute per onorare il centenario dalla nascita di Paolo Grassi.

Ulteriori informazioni: Festival della Valle d’Itria

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