Una scelta coraggiosa, nel segno di un Novecento musicale di respiro europeo. La Fondazione Teatro Grande di Brescia inaugura la stagione lirica venerdì 27 settembre alle ore 20,30 con l’insolito dittico L’heure espagnole di Maurice Ravel e Gianni Schicchi di Giacomo Puccini (si replica domenica 29 settembre alle ore 15,30). I due titoli sono parte del Circuito Opera Lombardia: al debutto bresciano seguiranno recite al Teatro Fraschini di Pavia (4 e 6 ottobre), al Teatro Sociale di Como (10 e 12 gennaio 2020) e al Teatro Ponchielli di Cremona (17 e 19 gennaio).
Le opere sono state presentate dal cast, introdotto dal sovrintendente del Teatro Grande Umberto Angelini e dal segretario artistico Andrea Cigni. “Si tratta di lavori che, per quante cose in comune possano avere, per estetica e sensibilità si muovono su binari totalmente differenti” ha detto il regista Carmelo Rifici. “Nel mio lavoro – ha aggiunto – ho cercato di rispettare partitura e libretto. Con Ravel ho così spogliato l’opera del coté spagnoleggiante e folcloristico: questa è una storia di corna nella quale il compositore dà una visione molto interessante del rapporto tra Eros e morte. Ho immaginato uno spazio teatrale vuoto, ove si colloca una sorta di casa del tempo, una bottega di orologi. Qui, grazie anche ai movimenti coreografici, i cantanti diventano essi stessi meccanismo della macchina dello spettacolo”. E Schicchi? “Abbiamo deciso di evitare la trappola naturalistica e di ambientare l’opera all’interno di un cinema, anche per sottolinearne le affinità con una certa commedia all’italiana, quella delle storie familiari di eredità con tanto di liti tra parenti. Dunque, un vecchio cinema toscano nel quale la parte teatrale sarà ironicamente raddoppiata da una parte cinematografica. I costumi e la recitazione dei cantanti sono poi ispirati a grandi attori come Sordi, Gassman, Mastroianni, Valeri. Con un ribaltamento finale: tutti finiranno all’inferno, non solo Schicchi. In fondo, tutti hanno condiviso la truffa”.
“Avrò l’onore di dirigere due capolavori di compositori che guardano all’Europa – ha spiegato il direttore Sergio Alapont –. Ravel riesce a cogliere l’essenza della musica spagnola pur senza mai essere stato in Spagna, ampliando la panoramica dei suoni con un effetto geniale. Il mio sforzo sarà di mettere a fuoco le meraviglie di una partitura che, in meno di un’ora, mostra gioielli mai ascoltati prima nella storia della musica. Nella musica di Puccini, invece, si respira qualcosa di Stravinskij, lo stesso Ravel, financo Wagner. Il lavoro con un librettista di vaglia come Forzano arricchisce l’ispirazione di un compositore che credo non sia adeguatamente valorizzato in Italia, al di là della popolarità di cui gode nel mondo”.
Il gruppo creativo si completa con Guido Buganza (scene), Margherita Baldoni (costumi) e Valerio Tiberi (luci). I due cast presentano giovani promesse accanto a cantanti già affermati: spicca il mezzosoprano francese Antoinette Dennefeld nel ruolo di Concepcion, la protagonista del lavoro di Ravel (“noi cantanti – ha detto – siamo come strumenti dell’orchestra e il compositore è magico nell’adattare la sua musica al ritmo naturale della lingua”). Al suo fianco il giovane tenore Didier Pieri (Gonzalve), Valdis Jansons (Ramiro) affermato baritono lettone, Andrea Concetti (Don Inigo Gomez) basso italiano tra i più importanti della sua generazione, Jean-François Novelli (Torquemada) giovane tenore francese dalla vocalità morbida, duttile e adatta al ruolo.
Protagonisti del titolo pucciniano saranno invece Sergio Vitale nel rôle-titre, le bellissime voci femminili di Serena Gamberoni (Lauretta) e del mezzosoprano Agostina Smimmero (Zita). Accanto a loro Pietro Adaini (Rinuccio) tenore di soli 26 anni, ormai proiettato verso una solida carriera internazionale, Didier Pieri (Gherardo), Marta Calcaterra (Nella), Andrea Concetti (Betto di Signa), Mario Luperi (Simone) basso dalla prestigiosa carriera svolta nei teatri più importanti del mondo, Valdis Jansons (Marco), Cecilia Bernini (La Ciesca), Nicolò Ceriani (Maestro Spinelloccio/Messer Amantio di Nicolao) specialista per i ruoli di carattere buffo, Zabulon Salvi (Pinellino) e Marco Tomasoni (Guccio), Giorgio Marini e Savva Burlacu (Gherardino). L’orchestra è quella dei Pomeriggi Musicali di Milano.
Ulteriori informazioni: Teatro Grande di Brescia
Photo credit: Umberto Favretto