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All’Arena di Verona, Netrebko, Eyvazov e Salsi nel Trovatore con la regia di Zeffirelli

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Sabato 29 giugno debutta all’Arena di Verona Il trovatore, terzo titolo dell’Opera Festival 2019, nello spettacolare allestimento di Franco Zeffirelli, per cinque serate già quasi sold-out. Repliche: giovedì 4, domenica 7, sabato 20, venerdì 26 luglio – ore 21.00.

Il Trovatore di Verdi secondo la spettacolare visione pittorica e l’efficacia narrativa di Franco Zeffirelli è un notturno avvincente e misterioso rischiarato da fiamme minacciose e bagliori sorprendenti, uno spazio monumentale eppure agile e mutevole, che in pochi istanti si trasforma da fortezza a tenda gitana, da campo di battaglia a luminosa cattedrale. Tali caratteristiche si uniscono ai colpi di scena creati dallo stesso Zeffirelli, ai costumi romantici e cavallereschi di Raimonda Gaetani, alle danze ispaniche di El Camborio riprese da Lucia Real e ai combattimenti mozzafiato coreografati dal maestro d’armi Renzo Musumeci Greco, e ne fanno sin dalla prima rappresentazione nel 2001 uno degli spettacoli più completi ed apprezzati da pubblico e critica, tanto da riproporlo nel corso dei Festival 2002, 2004, 2010, 2013, 2016.

Per il 97° Arena di Verona Opera Festival Il Trovatore vanta inoltre un cast di voci verdiane che oggi è difficile trovare anche sui palcoscenici più prestigiosi del mondo: per le prime tre date il trovatore Manrico è il tenore azero Yusif Eyvazov, applauditissimo Radamès e fresco vincitore del Premio Lugo, al fianco di una primadonna d’eccezione, il soprano russo Anna Netrebko, sua compagna d’arte e di vita, al debutto areniano assoluto nei panni dell’angelica ed eroica Leonora, ruolo in cui è stata applaudita a Salisburgo, Berlino, New York. Combattivo rivale è il Conte di Luna di Luca Salsi, baritono consacrato al repertorio verdiano da direttori del calibro di Riccardo Muti e già collega della coppia Netrebko-Eyvazov in Andrea Chénier alla prima della Scala di Milano un anno e mezzo fa. La zingara Azucena, forza occulta dell’opera e personaggio molto amato da Verdi, ha voce e corpo del mezzosoprano Dolora Zajick, star del Met da molti anni assente in Arena. Con loro, come Ferrando, debutta nell’anfiteatro veronese il giovane basso Riccardo Fassi, fresco reduce di successi milanesi e viennesi.

Il 20 luglio il cambio cast porta sull’immenso palcoscenico sotto le stelle altri grandissimi interpreti per le ultime due recite in cartellone: Leonora è Anna Pirozzi, richiestissimo soprano drammatico d’agilità (definizione coniata per la voce di Maria Callas) trionfatrice lo scorso 22 giugno nel ruolo di Aida, Manrico è il tenore turco Murat Karahan, che ha conquistato l’Arena nel 2018 come Calaf ed è reduce dal grande successo come Radamès in Aida, il grande mezzosoprano Violeta Urmana propone la sua magnetica e possente Azucena dopo l’applauditissima interpretazione di Amneris, il baritono Alberto Gazale torna nei panni del Conte di Luna, già elegantemente indossati nel 2001 per la prima assoluta, il basso polacco Rafał Siwek in quelli di Ferrando. Elisabetta Zizzo ed Elena Borin si alternano come Ines mentre completano il cast le esperte voci di Carlo Bosi (Ruiz), Dario Giorgelé (un Vecchio Zingaro) e Antonello Ceron (un messo).
Il maestro Pier Giorgio Morandi, profondo conoscitore del melodramma italiano, dirige il cast di stelle e l’Orchestra areniana, così come il Coro istruito da Vito Lombardi ed il Ballo coordinato da Gaetano Petrosino. Anche i tecnici sono impegnati al massimo delle loro forze per porgere al pubblico la ricchezza e la complessità del grandioso spettacolo concepito dal compianto Franco Zeffirelli per gli spazi unici dell’Arena di Verona.

Per informazioni e biglietti: www.arena.it e sui canali social Facebook, Twitter, Instagram e YouTube.

Photo credit: Ennevi

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