Va in scena al Teatro alla Scala dal 29 settembre al 25 ottobre Ernani di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma di Victor Hugo con la direzione di Ádám Fischer e la regia di Sven-Eric Bechtolf. Nella stagione autunnale del Piermarini, occasione preziosa per ascolti insoliti dal barocco al contemporaneo, irrompe la più incandescente tradizione melodrammatica con uno dei titoli più appassionati del catalogo verdiano, mentre a pochi metri di distanza dal Teatro le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo inaugurano Romanticismo (dal 26 ottobre al 17 marzo) la prima mostra mai realizzata sul contributo italiano al movimento che, preannunciato alla fine del Settecento, ha cambiato nel corso della prima metà dell’Ottocento la sensibilità e l’immaginario del mondo occidentale. Ernani, la cui prima ebbe luogo al Teatro la Fenice nel 1844, attinge dal dramma di Hugo – che nel 1830 scatenò in tutta Europa la querelle tra classicisti e romantici – alcuni dei temi fondamentali del movimento, dalla cupa ambientazione storica alla figura dell’eroe reietto e al tragico destino degli amanti. Ispirata a una libera ricreazione dell’immaginario romantico è anche la regia di Sven-Eric Bechtolf con le suggestive scene di Julian Crouch: la coppia regista/scenografo è già stata applauditissima alla Scala con Hänsel und Gretel nel 2017 ed è reduce dalla ripresa del Ring wagneriano all’Opera di Vienna. Alla Scala torneranno nel novembre 2019 con Die ägyptische Helena di Richard Strauss. Sul podio Ádám Fischer, grande interprete di Mozart e Wagner che a Verdi si è dedicato per tutta la vita: “A ventidue anni studiavo con Franco Ferrara, a Venezia e a Siena. Era una persona incredibile, e dalla prima volta in cui lo sentii suonare l’incipit di Traviata e di Otello al pianoforte capii cosa Verdi significasse per lui e decisi di voler esprimere Verdi con la stessa intensità”. E proprio Otello è diventato uno dei cavalli di battaglia del Maestro, che lo ha diretto per l’ultima volta al Metropolitan due anni fa, mentre tra i titoli giovanili vanno ricordati almeno I masnadieri. Il Maestro Fischer sarà di nuovo alla Scala dal 6 luglio 2019 per guidare i complessi dell’Accademia nel dittico formato da Prima la musica poi le parole di Salieri e Gianni Schicchi di Puccini.
Ernani è opera che impegna i cantanti al massimo delle loro possibilità vocali ed espressive. Interprete di riferimento per questo e altri titoli verdiani è oggi Francesco Meli, che l’ha appresa all’Opera di Roma con Riccardo Muti e che arriva così al suo sesto titolo del compositore di Busseto alla Scala dopo Otello (Cassio), Giovanna d’Arco, I due Foscari, Don Carlo e La traviata, cui si aggiunge la Messa da Requiem diretta da Riccardo Chailly. Ailyn Pérez ha debuttato alla Scala nel 2010 come Amelia in Simon Boccanegra diretto da Daniel Barenboim per tornare come Mimì nel 2015 (con Dudamel) e nel 2017 (con Pidò) e, sempre nel 2017, come Violetta con la direzione di Nello Santi. Nella parte di Carlo si alternano i due più applauditi baritoni italiani della nuova generazione: Luca Salsi, che è stato protagonista dell’ultimo 7 dicembre come Carlo Gérard in Andrea Chénier diretto da Riccardo Chailly, e Simone Piazzola che è stato il Marchese di Posa nel recente Don Carlo scaligero diretto da Myung-Whun Chung. Grandi voci anche per la parte di Silva: Ildar Abdrazakov torna alla Scala a poche settimane dall’atteso impegno come protagonista di Attila che inaugurerà la Stagione 2018/2019 con Riccardo Chailly. Dal debutto ne La sonnambula nel 2001 Abdrazakov ha cantato ne La forza del destino, Macbeth, Samson et Dalilah, Iphigénie en Aulide (con Riccardo Muti, 7 dicembre 2002), Fidelio, Moïse et Pharaon (sempre Muti, 7 dicembre 2003), Carmen, Lucia di Lammermoor, Les contes d’Hoffmann, Le nozze di Figaro e Don Carlo oltre che in numerosi concerti. Con lui si alterna Michele Pertusi, presenza costante al Teatro alla Scala dal 1996, quando debuttò nel Concerto di Natale diretto da Riccardo Muti fino al recente successo ne La gazza ladra diretta da Riccardo Chailly. La ‘prima’ dell’opera sarà dedicata alla memoria del Maestro Tullio Serafin (1878/1968), indimenticato interprete verdiano, custode della tradizione melodrammatica e punto di riferimento per più di una generazione di cantanti.
Ernani alla Scala
Ernani va in scena al Teatro La Fenice il 9 marzo 1844, e approda alla Scala il 3 settembre dello stesso anno per 37 recite dirette da Eugenio Cavallini, leggendario primo violino scaligero dal 1833 al 1855, direttore d’orchestra e anche compositore. Sarà lui sul podio per le riprese del 1845, 1846, 1849, 1850, 1853 e, in alternanza con Alberto Mazzucato, Giacomo Panizza e Francesco Pollini, 1857 e 1861. Vent’anni dopo dirige Franco Faccio, come anche nell’ultima ripresa del secolo, nel 1890. Nel corso del Novecento saranno soltanto sei le produzioni scaligere dell’opera, quattro delle quali sono però inaugurazioni di Stagione: nel 1917 dirige Ettore Panizza e nel cast spicca Mattia Battistini nella parte di Carlo, che aveva già interpretato nel 1890. Le inaugurazioni del 1935 e del 1941 (si apriva allora il 26 dicembre) presentano la medesima produzione firmata da Mario Frigerio e Nicola Benois con Gino Marinuzzi sul podio (cambia invece il direttore del coro: Vittore Veneziani, allontanato in seguito alle leggi razziali, e sostituito da Achille Consoli) e simili cast: Ernani è sempre Francesco Merli e Silva Tancredi Pasero mentre nel ’41 Carla Castellani prende il posto di Gina Cigna come Elvira e Gino Bechi quello di Armando Borgioli. Bisogna attendere il 1959 perché Gianandrea Gavazzeni riporti il titolo alla Scala con la regia di Günther Rennert e un cast che schiera Franco Corelli, Margherita Roberti, Ettore Bastianini e Nicola Rossi Lemeni, mentre dieci anni più tardi Ernani torna in apertura di stagione diretto da Antonino Votto nell’allestimento di Giorgio De Lullo con scene e costumi di Pier Luigi Pizzi, in scena Plácido Domingo, Raina Kabaivanska, Carlo Meliciani (ma anche Piero Cappuccilli) e Nicolai Ghiaurov. 7 dicembre anche per l’ultima apparizione scaligera, che apre la Stagione 1982/1983 con una folgorante direzione di Riccardo Muti e le voci “liriche” di Domingo, Freni e Bruson (e ritorno di Ghiaurov) e la regìa di Luca Ronconi: esempio preclaro di produzione discussa alla prima e passata poi negli annali del Teatro.
Ulteriori informazioni: Teatro alla Scala