In occasione del 160° anno dalla nascita di Giacomo Puccini, la Fondazione Benetton Studi Ricerche, in collaborazione con l’Associazione Lirica Trevigiana, organizza, sabato 29 settembre alle ore 21, nella Chiesa di San Teonisto a Treviso, un evento intitolato Puccini e le donne, dedicato al compositore lucchese e al suo speciale rapporto con il mondo femminile.
Questa singolare relazione sarà ripercorsa da alcune tra le arie più note delle opere pucciniane, interpretate dal soprano Eleonora Buratto, fra i più apprezzati nel panorama operistico odierno, capace di guadagnarsi in un decennio di carriera una posizione di rilievo sui più prestigiosi palcoscenici internazionali.
Al suo fianco Luca Capoferri al pianoforte e il critico musicale Elena Filini che introdurrà l’ascolto. La direzione artistica è di Giuseppe Aiello, secondo il quale: «Per capire la musica di Puccini bisogna approfondire il suo rapporto con il femminile e, in generale, con il femminino: si tratta di un rapporto molto particolare, anche conflittuale».
Giacomo Puccini appartiene a uno scorcio di secolo dove le glorie patrie e le eroiche imprese cominciano a perdere attrattiva e le istanze sociali egregiamente cavalcate da Verdi in molta della sua produzione operistica sembrano catalizzare meno l’interesse del pubblico. Del resto, l’Italia era fatta – anche se male – e il Risorgimento un ricordo quasi da dimenticare, mentre l’ombra della Prima guerra mondiale era ancora lungi da venire. È un momento di transizione, dove si recupera quel bisogno di ritrovare sentimenti più personali che collettivi: un ritorno a un “privato” ante litteram che in Italia troverà proprio in Giacomo Puccini il suo cantore preferito.
Puccini vive ognuna delle sue opere con passione e lucidità. E in questo braciere – dove ardono perenni la fiamma della creatività e la ricerca della perfezione – prendono vita le donne protagoniste dei suoi drammi. Egli non si risparmia affinché ognuna di esse divenga davvero motore e anima della vicenda: al di là della facile retorica della morte di quasi tutti i suoi personaggi femminili, egli le ama profondamente e affida a loro, esplicitamente o più spesso in modo occulto, il compito di guidare le fila del gioco perché ogni destino trovi il suo compimento.
Sono loro che guidano il gioco, loro i personaggi principali anche se i ruoli maschili sembrano sovrastarle ed imporsi; quelle donne che Puccini ci racconta, sono simboli immortali di quei valori assoluti che sono alla base di ogni società in ogni tempo, valori che solo una donna può incarnare senza correre il rischio di poter avere un secondo fine.
Nessuno ha saputo offrire alla voce femminile regalo più bello delle melodie pucciniane e delle grandi figure e personalità sceniche che troviamo nelle sue opere. Nessuno meglio di lui ha saputo rappresentare tutte le sfaccettature dell’animo femminile. Basti pensare a Madama Butterfly: l’evoluzione di una ragazza di 15 anni in donna matura nel tempo di soli 3 atti.
Le donne, infatti, adorano la musica di Puccini, pur restando lui un uomo che, nella vita, ha fatto soffrire molte di loro. E nelle sue opere le ama in maniera profonda e totale: il musicista diventa uomo, trasferisce nella melodia tutta la propria capacità di amare, riscattandosi così nella propria musica, che rappresenta il lato più puro, più nobile del suo sentimento e sempre attraverso la sua musica si fa perdonare dalle donne.
Programma:
La bohème: “Si, mi chiamano Mimì”
Suor Angelica: “Senza mamma”
Turandot: “Tu che di gel sei cinta”
Manon Lescaut: Intermezzo eseguito al pianoforte
La rondine: “Chi il bel sogno di Doretta”
Madama Butterfly: “Un bel dì vedremo”
Tosca: “Vissi d’arte”
Ulteriori informazioni: Fondazione Benetton Studi Ricerche