Nei giorni scorsi si è svolto, al Teatro Verdi di Padova, il Concorso lirico internazionale Iris Adami Corradetti. Giunta alla ventottesima edizione, la competizione canora ha richiamato numerosi iscritti tra i quali molti italiani. Dei 90 candidati, arrivati nella città veneta il 19 settembre per le prime fasi del concorso, solo dieci sono giunti alla finale di sabato 24 settembre. A valutare le loro capacità vi è una giuria di rilievo internazionale con l’assenza, però, di un’illustre padovana, il soprano Mara Zampieri, presidente e vanto della competizione per molti anni.
A sovrintendere la commissione è presente Christoph Seuferle, direttore artistico della Deutsche Oper di Berlino, affiancato da Tony Gradsak, casting manager del Teatro alla Scala di Milano, dal direttore artistico del Teatro Bolshoi di Mosca, Leonid Jivetsky, da Elisabeth Sobotka, sovrintendente del Festival di Bregenz, dall’assistente alla direzione artistica del Teatro Real di Madrid, Damià Carbonell Nicolau, da Sophie Joyce, casting manager dell’English National Opera, dalla consulente Opera Casting, Renate Kupfer, da He-Ion Seo, docente presso la Seoul National University College of Music, dal direttore artistico del Teatro La Fenice di Venezia, Fortunato Ortombina, da Pierangelo Conte, coordinatore artistico del Teatro dell’Opera di Firenze, Maggio musicale fiorentino, dal casting manager del Teatro Massimo di Palermo, Alessandro di Gloria, e da Luca Targetti, agente di In Art.
I finalisti sono introdotti dalla sobria conduzione di Luisa Corna che si limita a elargire le informazioni basilari facendo un po’ rimpiangere le estrose presentazioni di Alberto Terrani. I brani scelti propongono il grande repertorio ottocentesco, con rare incursioni settecentesche e novecentesche. Sul podio si posizionano due soprani e un baritono: una polacca, un’italiana e un coreano. Si aggiudica il terzo posto Hankyol Kim che, dopo la formazione a Seoul, ha ottenuto diversi riconoscimenti in Italia. L’esecuzione di “Cruda, funesta smania … La pietade in suo favore” da Lucia di Lammermoor di Donizetti rivela un potenziale interessante e cospicuo, leggermente ridimensionato nella grande scena della morte di Rodrigo dal Don Carlo di Verdi.
Il secondo premio spetta alla campana Clarissa Costanzo, diplomata al Conservatorio di Napoli, pure impegnata in produzioni e concorsi, che si cimenta con due grandi scene verdiane: “Morrò, ma prima in grazia” da Un ballo in maschera e “Tacea la notte placida … Di tale amor” da Il trovatore. Sul gradino più alto del podio si posiziona la giovanissima Adriana Ferfecka. Tanto “Oh! quante volte, oh! quante” da I Capuleti e i Montecchi di Bellini, quanto “Depuis le jour” da Louise di Charpentier manifestano una vocalità musicale e duttilissima, capace di fraseggiare con gusto. La sola borsa di studio assegnata va al tenore azerbaigiano Azer Zada, interprete di “Kuda, kuda” da Evgenij Onegin di Čajkovskij e del lamento di Federico da L’arlesiana di Cilea.
Gli altri sei candidati sono i bassi Hyunmin Kim e Danil Giulianini, il baritono Taeyoung Lee, il tenore Bum Joo Lee e i soprani Chiara Isotton e Letitia Vitelaru. La presenza dell’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta appaga gli astanti ma rischia, con le sue incertezze, di creare qualche inciampo ai finalisti.
Il venticinquenne Lorenzo Passerini guida la compagine cercando di imprimere una propria visione stilistica che si percepisce, più chiaramente, nell’esecuzione delle sinfonie da Il barbiere di Siviglia e da Nabucco. Il pubblico, non molto nutrito purtroppo, ha seguito con attenzione la serata, dimostrando sostegno e calore verso le nuove promesse della lirica.
