Al Malibran di Venezia, Bignamini dirige musiche di Salviucci, Malipiero e Dvořák
Per stagione sinfonica 2016/17 della Fenice, Jader Bignamini dirige al Teatro Malibran musiche di Salviucci, Malipiero e Dvořák
Venerdì 18 novembre 2016 alle ore 20.00 (turno S), in replica sabato 19 novembre 2016 alle ore 17.00 (turno U), al Teatro Malibran, secondo concerto della Stagione Sinfonica 2016-2017 900italiano@music.eu della Fondazione Teatro La Fenice, Jader Bignamini dirigerà l’Orchestra del Teatro La Fenice nell’esecuzione di pagine di Giovanni Salviucci, Gian Francesco Malipiero e Antonín Dvořák.
Prosegue dunque l’approfondimento sul primo Novecento italiano: dopo l’inaugurazione di Stagione con la Serenata per nove strumenti, il concerto diretto da Bignamini propone un nuovo ascolto del catalogo di Giovanni Salviucci, uno degli autori più interessanti della prima metà del secolo scorso. Una decina d’anni, tanto è durata la carriera di questo compositore nato a Roma nel 1907 e scomparso nel 1937, a neanche trent’anni, quando il suo itinerario, alieno dagli svariati ‘ismi’ imperanti, l’aveva ormai imposto come personalità di primissimo piano. Introduzione, Passacaglia e Finale, composta nel 1934 e data in prima esecuzione a Roma, l’anno successivo, con la direzione di Mario Rossi, è in questo senso paradigmatica e nessuno meglio di Fedele d’Amico ne ha sintetizzato il senso: «Quando è esposto all’inizio, il tema di questa Passacaglia – un tema a valori lunghi, lentissimo – sembra non più che uno schema armonico, uno scheletro; ma quando, dopo l’oscuro intrico polifonico di tre variazioni, questo tema riemerge da solo, disteso su semplici accordi, pare impossibile che sia lo stesso: è divenuto uno scatto melodico vero e proprio, d’una violenza espressiva straordinaria, densa di tutto il drammatico travaglio che l’ha preceduta, e tuttavia spianata in canto».
Enigmatiche fin dal titolo, le Pause del silenzio. Sette espressioni sinfoniche di Gian Francesco Malipiero (1882-1973) nacquero nel 1917, in un periodo segnato da una profonda inquietudine del compositore, sconvolto dall’esperienza della prima guerra mondiale. Sottilmente provocatorio, Malipiero nel Catalogo annotato delle proprie opere si spinge a ‘definire’ queste Sette espressioni, per poi immediatamente negare ogni intenzione programmatica: «La prima può chiamarsi pastorale; la seconda fra lo scherzo e la danza; la terza una serenata; la quarta una ridda tumultuosa; la quinta un’elegia funebre; la sesta una fanfara: la settima un fuoco di ritmi violenti. È facoltà di chi ascolta di dare delle interpretazioni opposte a quelle precisate dall’autore».
Presentata il 16 dicembre del 1893 diretta da Anton Seidl alla Carnegie Hall di New York, la Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 di Antonín Dvořák (1841-1904) Dal nuovo mondo ottenne subito un enorme successo. Il compositore si trovava negli Stati Uniti già dal settembre del 1892 perché aveva accettato l’incarico di direttore del National Conservatory di New York, offertogli nel 1890 durante il suo precedente soggiorno americano. Nel nuovo mondo Dvořák si dedicò allo studio dei canti della comunità nera degli Stati Uniti e si occupò delle tradizioni dei pellerossa. Ma se da una parte la Sinfonia in mi minore risente di questa fondamentale esperienza del compositore, dall’altra in essa non viene utilizzata musica autenticamente americana: «Non ho impiegato una sola melodia preesistente – sottolinea il musicista boemo –, ma ho semplicemente scritto temi miei incorporando le caratteristiche della musica indiana». Ne scaturisce un’opera impressionante per la forza lapidaria e icastica delle sue idee, per l’inconfondibile colore pentatonico delle melodie, per il legame inscindibile dei suoi quattro movimenti, ottenuto attraverso un tema di matrice accordale che nasce già nel breve misterioso Adagio introduttivo e che ritorna più volte lungo il corso della Sinfonia secondo i principi della forma ciclica.
Come di consueto, il concerto del 18 novembre 2016 sarà preceduto da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori, che dalle 19.20 alle ore 19.40 illustrerà il programma musicale.
I biglietti per il concerto diretto da Jader Bignamini (da € 20,00 a € 60,00) sono acquistabili nei punti vendita Vela Venezia Unica di Teatro La Fenice, Piazzale Roma, Tronchetto, Ferrovia, Piazza San Marco, Rialto linea 2, Accademia, Mestre, tramite biglietteria telefonica (+39 041 2424) e biglietteria online su www.teatrolafenice.it.