Ha compiuto 80 anni lo scorso 24 aprile Barbra Streisand, una delle icone della storia dello spettacolo, artista poliedrica, capace di rimanere sulla cresta dell’onda per ben sei decadi. Streisand ha ottenuto innumerevoli successi come cantante pop e di musical, ma anche come attrice, regista, produttrice, sceneggiatrice, autrice, cantautrice e donna d’affari, rappresentando una figura unica che stenta a trovare paragoni, oggi come allora, per completezza del profilo.
Pluripremiata, Streisand vanta due Oscar, cinque Grammys, undici Golden Globes, un Tony award, oltre a quaranta dischi di platino e innumerevoli riconoscimenti governativi tra cui la Legion d’onore francese. Tra i record che la caratterizzano, Streisand è l’unica artista discografica ad aver avuto un album al primo posto delle classifiche in ciascuna delle sei decadi di carriera e la prima e unica donna a comparire nella “All Time Top 10 Best Selling Artists” di Billboard. Insomma, la cantante donna ad aver venduto di più nella storia. Streisand è poi la prima attrice protagonista (donna) ad aver scritto, diretto e prodotto un film (Yentl, del 1983) e la prima donna a ricevere un Golden Globe come miglior regista (sempre con Yentl). Con il suo coraggio e determinazione Streisand non è mai scesa a compromessi. Considerata troppo brutta per sfondare nel mondo dello spettacolo, rifiuterà di rifarsi il naso facendone invece uno dei suoi segni distintivi. Non solo, in segno di autodeterminazione e ribellione a chi le voleva far cambiare nome, lo renderà invece unico, eliminando una “a” e diventando per tutti Barbra Streisand.
Barbara Joan Streisand nasce a Brooklyn, New York, il 24 aprile 1942. Il padre Emanuel Streisand, insegnante di liceo muore improvvisamente a 35 anni quando Barbra ha solo 15 mesi, lasciando la famiglia in condizioni finanziarie precarie. La madre, Diane Rosen cresce Barbra e suo fratello Sheldon lavorando come segretaria scolastica. La donna si risposa nel 1949 con Louis Kind, un venditore di macchine usate, da cui avrà un’altra figlia, Roslyn. La sua non è un’infanzia felice a causa di un patrigno che non la considera e di una madre che non la supporta nelle sue aspirazioni, volendo per lei una carriera come dattilografa scolastica, progetto a cui Barbra si ribella facendosi crescere le unghie delle mani. Barbra non è ben vista dai compagni di scuola per il modo eccentrico di vestirsi e truccarsi. La ragazza coltiva un interesse per la recitazione fin da giovanissima cantando anche in un coro scolastico e, dopo aver completato gli studi secondari, si trasferisce in un piccolo appartamento a Manhattan, per inseguire il suo sogno di diventare attrice. Incomincia con l’intrattenimento nel nightclub Bon Soir dove sviluppa la capacità di tenere il pubblico in pugno con la voce ma anche con l’ironia. Nel 1962 passa un provino per un piccolo ruolo nel musical I can get it for you wholesale. Nonostante la parte sia minore, Barbra si fa notare diventando immediatamente una rivelazione.
È l’inizio dell’ascesa alla fama anche se la consacrazione vera e propria avverrà con il mezzo televisivo grazie a un numero di show a lei dedicati nei primi anni ’60. Risalgono a questi anni programmi come My name is Barbra (1965), Color Me Barbra (1967) e il Concerto a Central Park nel 1967 (A Happening in Central Park). Particolarmente singolare Color me Barbra (qui il video intero), show a colori girato in parte al Philadelphia Museum dove Streisand si esibisce circondata da opere d’arte. Canta anche nelle vesti della regina Nefertiti di fronte a una copia del famoso busto della stessa, un richiamo alla qualità così esotica della bellezza della Streisand, paragonata da molti a quella delle antiche regine egizie.
Nel 1964 è di nuovo a Broadway come protagonista del musical Funny Girl, liberamente ispirato alla vita della star di Broadway Fanny Brice. Il musical lancia una delle sue hit più famose, “People” (qui video della sua esecuzione del brano nel 1965 all’interno di My name is Barbra).
Sulla scia del successo a Broadway e sul piccolo schermo, Streisand può finalmente avverare il suo sogno di diventare attrice. Succede nel 1968 con la versione cinematografica di Funny Girl (qui video di “Don’t rain on my parade”) a cui segue un anno dopo Hello, Dolly, altra trasposizione per il grande schermo di un celebre musical di Broadway. Nel 1970 prende parte alla commedia The owl and the pussycat. Nel 1973 è co-protagonista insieme a Robert Redford in The way we were, mentre nel 1976 ottiene un enorme successo al botteghino con A star is born (ritornato in voga con il remake di Lady Gaga del 2018).
C’è poi la Streisand regista. Fondando la sua casa di produzione e lottando contro le resistenze del sistema cinematografico che non vedeva di ben occhio una donna al comando, Barbra, dopo una lunga gestazione del progetto, riesce a scrivere, produrre, dirigere e interpretare Yentl nel 1983, film che parla di una giovane ragazza ebraica che decide di travestirsi da ragazzo in modo da poter studiare la legge talmudica (qui video di “Papa can you hear me”). L’esperienza si ripete poi con i film The Prince of Tides (1991) e The Mirror has two faces (1996). Streisand vuole avere pieno controllo della sua visione artistica e a molti questo non andrà mai giù. Le nuove generazioni si ricorderanno poi la simpatica partecipazione in Meet the Fockers (Mi presenti i tuoi) nel 2004 a fianco di Dustin Offman e Ben Stiller e Little Fockers (Vi presento i nostri) nel 2010.
Giungiamo ora alla sterminata discografia della cantante pop Streisand che incide fin dal 1963, subito dopo i suoi primi successi a Broadway che le valgono un contratto discografico con la Columbia Records. L’album del debutto The Barbra Streisand Album le vale subito la top 10 e tre premi Grammy. A questo seguiranno The Second Barbra Streisand Album e The Third Barbra Streisand Album. In questa prima fase Streisand incide principalmente delle cover di canzoni tratte da musical o cover di celebri canzoni pop. È solo nel 1971 però che con l’album Stoney End ottiene il vero primo successo con un album inedito di pop-rock commerciale. Altri grandi successi di vendite sono i singoli tratti dalle colonne sonore dei suoi film, “The way we were” nel 1973 (qui il link alla canzone) e “Evergreen” da A star is born nel 1976. Da ricordare poi i duetti di fine anni ’70: “You don’t bring me flowers anymore” con Neil Diamond del 1977 e nel 1979, “No more tears – Enough is enough”, con Donna Summer. Successo di vendite anche per l’album Guilty nato dalla collaborazione con Barry Gibb dei Bee Gees, da cui escono numerose hit, tra cui la famosissima “Woman in love”. Impossibile ricordare tutti gli album ma citiamo anche The Broadway Album del 1985, Higher Ground del 1997 (celebre il duetto con Celine Dion “Tell him”), Guilty Pleasures del 2005 (che riunisce Streisand a Barry Gibb) e Partners del 2014.
Una particolarità rilevante per gli amanti della musica classica: nel 1976 viene pubblicato Classical Barbra, dove Streisand fornisce la sua personale interpretazioni di dodici pezzi del repertorio classico, riarrangiati dal pianista e direttore Claus Ogerman. Pur con una voce non impostata liricamente parlando e con un prodotto stilisticamente discutibile, Streisand dimostra tutta la sua sensibilità musicale e capacità interpretativa, rimanendo comunque rispettosa di un genere che non le appartiene. Si prenda esempio “Pavane” di Gabriel Fauré, dove Streisand vocalizza sopra l’orchestra con una dimensione evocativa e una capacità di creare un’atmosfera intrisa di mistero e nostalgia (qui il link). Il celebre pianista canadese Glenn Gould, rinomato interprete di musica bachiana scriverà un pezzo a proposito del disco, pur criticandolo in parte, proponendo un parallelo tra la Streisand e Elizabeth Schwarzkopf come vocalista in pieno possesso dell’arte interpretativa. Scrive Gould: “Per me, la voce di Streisand è una delle meraviglie della natura della nostra epoca, uno strumento dall’infinita varietà e capacità timbrica”.
Oltre alla classica, Streisand si è anche cimentata con gli standard jazz come in Love is the answer, album del 2009 con Dian Krall.
Va ricordato che Streisand non ha mai studiato canto in modo serio. Il suo è quindi un dono di natura che, unito a un intuito tutto teatrale della performance canora, la porta a interpretare le canzoni con un’innata musicalità e sincerità. Sa come fraseggiare articolando il testo con naturalezza come se il canto fosse lingua parlata e sa usare le dinamiche a scopo drammatico. C’è intimità senza troppa debordante sensualità, c’è emozione senza troppa tragedia, c’è potenza, freschezza, imprevedibilità. Non in pieno controllo tecnico come Ella Fitzgerald (o come Mina nel nostro Paese), non con quel senso di dramma interiore come Judy Garland (con cui tra l’altro duetterà nel 1963, qui il video), Streisand è stata innovativa e diversa da tutte le altre intrattenitrici dell’epoca. Un cocktail nuovo di doti e pienamente distintivo.
La Streisand giovanile per estensione e ricchezza dei centri si potrebbe paragonare a un mezzosoprano, con un range di quasi tre ottave. Una voce che ricorre spesso al vibrato e cha ha anche un che di nasale al centro ma che rimane comunque calda, rotonda e potente. Con l’età la voce ha perso in estensione ed è diventata più scura, perdendo in nasalità. Il fatto che Streisand canti ancora dopo tutte queste decadi dimostra che la cantante ha avuto chiaramente una tecnica che le ha consentito una carriera tra le più longeve.
Singolare anche la storia di Streisand come concert performer. È celebre infatti la paura di salire sul palcoscenico nata dopo l’episodio del 1967 in cui durante il celebre concerto a Central Park di New York di fronte a 150.000 persone, Streisand si dimentica le parole di una canzone. Terrorizzata che l’incidente si potesse ripetere, anche a causa del suo perfezionismo, Streisand si rifiuterà di esibirsi in concerto per il grande pubblico per ben 27 anni. Si esibirà solo privatamente, salvo poi tornare sul palco nel 1994.
Barbra Streisand è stata sposata due volte. Nel 1963 sposa Elliott Gould, da cui si separerà nel 1969 e avrà un figlio, Jason. Numerose le relazioni nel corso degli anni anche con personaggi famosi, finché nel 1998 si risposa con l’attore James Brolin. Politicamente impegnata a supporto del partito democratico americano, Streisand si occupa da molti anni di cause filantropiche attraverso la sua The Streisand Foundation che nel corso degli anni ha donato milioni di dollari a svariate organizzazioni no profit e a cause che le stanno a cuore.
Chiudiamo con due citazioni di Barbra Streisand che riassumono bene la visione di quest’artista così determinata e consapevole: “Mi hanno chiamato in molti modi, come perfezionista, difficile e ossessiva. Io penso che ci voglia ossessione e ricerca del dettaglio affinché un’artista possa essere bravo”.. e ancora… “L’arte non esiste solo per intrattenere, ma anche per sfidare, per pensare, provocare e persino turbare, in una costante ricerca della verità”.