2021 annus horribilis. Si è spenta oggi, mercoledì 11 agosto, a Montecarlo, una personalità di spicco del panorama teatrale, il compositore e direttore d’orchestra Gianluigi Gelmetti. Classe 1945, nato a Roma l’11 settembre, allievo di Sergiu Celibidache e di Franco Ferrara all’Accademia Chigiana e di Hans Swarowsky a Vienna, Gelmetti ha intrapreso una carriera importante che lo ha visto affermarsi a livello internazionale, spaziando dal repertorio barocco a quello contemporaneo. Figlio di un pianista non professionista e di una poetessa in romanesco, il maestro Gelmetti ha studiato all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia; personalità poliedrica, i suoi interessi spaziavano dalla musica alle arti visive e alla letteratura.
Nel corso degli anni, ha ricoperto ruoli di prestigio: è stato, infatti, direttore principale dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Stoccarda (1989-1998), direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma (2000-2009), direttore principale e artistico della Sydney Symphony Orchestra (2004-2008), direttore artistico e musicale della Orchestre Philharmonique di Monte-Carlo (dal 2013 al 2016). Si è esibito sui più noti palcoscenici italiani ed esteri e nei più illustri festival, dalla Scala di Milano al Real di Madrid, dal Covent Garden di Londra al Verdi di Trieste, dall’Opernhaus Zürich all’Opéra Royal de Walloniedi Liegi, dal Festival Verdi di Parma al Belcanto Opera Festival Rossini in Wildbad (Germania) e al Rossini Opera Festival di Pesaro: in quest’ultimo ha diretto produzioni storiche quali Tancredi nel 1982, con Lucia Valentini Terrani e Katia Ricciarelli, Maometto II nel 1993, protagonisti Michele Pertusi, Cecilia Gasdia e Ramón Vargas, nel 1995 Guillaume Tell con Michele Pertusi, Gregory Kunde, Daniela Dessì e Ildebrando D’Arcangelo, tutti e tre spettacoli con regia di Pier Luigi Pizzi.
In campo operistico, Gianluigi Gelmetti ha affrontato numerosi compositori di epoche differenti: Verdi, Puccini, Rossini, Donizetti, Bellini, Mozart, Wagner, Zandonai, Debussy, Leoncavallo, Berg, Respighi, Piccinni, Mascagni, Johann Strauss; da sottolineare, poi, l’esecuzione in tempi moderni di opere desuete o dimenticate, come per esempio la tragédie lyrique di Antonio Salieri Les Danaïdes, da lui incisa nel 1983 con Montserrat Caballé e, nel 1990, con Margaret Marshall, oppure Sakùntala di Franco Alfano, proposta nel 2006 al Teatro dell’Opera di Roma nella sua forma originaria, protagonista Francesca Patanè. In ambito sinfonico ricordiamo, almeno, le sue direzioni di brani orchestrali di Stravinskij, Ravel, Rota, Webern, Beethoven, Bruckner, Varèse e Mozart.
Sul podio, Gelmetti si è fatto apprezzare per caratteristiche quali l’estro, la precisione, l’efficacia, la solidità, il robusto passo teatrale impresso alle sue letture, il vigore e l’esuberanza. Tra le creazioni del Gelmetti compositore, citiamo In Paradisum Deducant Te Angeli, dedicato a Franco Ferrara ed eseguito in prima mondiale al Teatro dell’Opera di Roma; Algos del 1997 con i Münchener Philharmoniker; Prasanta Atma del 1999, in memoria di Celibidache.
Tra gli ultimi impegni prima dello scoppio della pandemia, rammentiamo il suo Macbeth granitico e tecnicamente compatto andato in scena nell’autunno 2019 nei teatri del circuito Opera Lombardia. Tra pochi mesi, a dicembre, sarebbe dovuto tornare (emergenza sanitaria permettendo) a Liegi, all’Opéra Royal de Wallonie, per dirigere un titolo del suo amato Rossini, Otello, ossia Il Moro di Venezia, con regia di Emilio Sagi, protagonisti Sergey Romanovsky, Salome Jicia e Maxim Mironov.
In queste ore, appresa la notizia della scomparsa, il Rossini Opera Festival ha deciso di dedicare l’edizione in corso non solo al compianto regista Graham Vick, deceduto poche settimane fa, ma anche alla memoria del maestro Gelmetti, proprio per il suo saldo legame con la kermesse pesarese e la musica rossiniana.