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Riccardo Muti: “Abominevole pagare figuranti a Sanremo”

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Abominevole. La querelle su Sanremo, che il conduttore (e direttore artistico) Amadeus vuole assolutamente con la presenza di pubblico in sala, si arricchisce di un nuovo capitolo. Questa volta a parlare è Riccardo Muti, dall’alto della sua autorevolezza e anche della spendibilità mediatica del suo nome. In un colloquio con il Ministro Dario Franceschini ha definito “abominevole” l’idea – avanzata dallo stesso Amadeus – di pagare figuranti perché facciano da pubblico. “È assurdo per gli interpreti e per il pubblico vero – ha detto il Maestro in un’intervista a Repubblica -. Io spero che si possa aprire al più presto e che si possa tutti tornare in scena. Noi al Ravenna festival, che si svolgeva all’aperto, abbiamo avuto un pubblico a distanza. Nei teatri si può fare la stessa cosa: spettatori distanziati”.

L’intervento del grande direttore d’orchestra si aggiunge alle proteste già espresse nei giorni scorsi da altri esponenti del mondo del teatro e della musica. Tra gli altri, hanno fatto sentire la loro voce Gabriele Lavia, Emma Dante, Moni Ovadia, Ascanio Celestini, Daniele Rustioni, Fabio Vacchi, Carlo Fontana. Muti, dal canto suo, ha espresso al ministro anche “l’augurio che tutti noi possiamo uscire dalla pandemia, che il mondo della cultura possa ricominciare a fare le cose, che si possano aprire al più presto i teatri al pubblico. Con le cautele del caso, naturalmente. La legge – come è scritto nei tribunali – è uguale per tutti. E se si chiude, devono chiudere tutti”.

Se è vero che Sanremo in Italia è una questione di Stato, è anche vero che può essere un buon volano per attirare l’attenzione sul mondo dello spettacolo dal vivo, colpevolmente trascurato dal Governo. Ovvero ridimensionato alla sola vocazione al divertimento. Si veda la tristemente nota affermazione del Presidente del Consiglio Conte a una delle tante conferenze stampa dell’era Covid: “gli artisti ci fanno tanto divertire”. Anche i politici, sia detto con rispetto. Che Sanremo non sia davvero l’occasione per una levata di scudi non solo simbolica? Lo auspicava qualche giorno fa Davide Livermore: “Noi apriremo i teatri e sul palco ci sarà il nostro festival: primo concorrente Shakespeare” ha dichiarato il regista piemontese. Certo è che dietro Sanremo c’è tutto un mondo di lavoratori e di interessi, soprattutto economici. Il sindaco della cittadina ligure Alberto Biancheri non ha usato mezzi termini: di fronte all’ipotesi di un eventuale annullamento del Festival (tale la minaccia di Amadeus e Fiorello), ha parlato di un rischio bancarotta per il comune. Peccato che in bancarotta ci siano già finiti tanti lavoratori dello spettacolo, colpiti dalle severe restrizioni imposte da Governo e Comitato Tecnico Scientifico. Ma tant’è. Aspettiamo la prossima puntata. Perché Sanremo è Sanremo.

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