Eletto re di Baviera alla morte del padre, nel 1864, Ludwig II von Wittelsbach (1845-1886) fu un grande appassionato di storia medievale ma, soprattutto, delle opere di Richard Wagner (1813-1883), compositore al quale fu legato in maniera quasi ossessiva, divenendo fervente mecenate e finanziatore di alcuni dei suoi colossali progetti. Figura enigmatica e controversa, tutt’oggi avvolta nel mistero per la sua tragica fine avvenuta nelle acque del lago di Starnberg, Ludwig II è noto ai più per la meravigliosa pellicola di Luchino Visconti con, protagonisti, attori del calibro di Helmut Berger, Romy Schneider, Trevor Howard, Silvana Mangano e Umberto Orsini ma, soprattutto, per la commissione di tre stupendi castelli eretti in Baviera.
Oggi possiamo, infatti, ammirare in tutto il loro splendore Herrenchiemsee, ispirato alla reggia di Versailles; Linderhof, piccolo gioiello ornato in stile neo-rococò con, all’interno del suo ampio parco, tre citazioni wagneriane, una grotta artificiale con lago e cascata rimandante al Venusberg, il regno di Venere dal Tannhäuser, la Hundinghütte, la capanna di Hunding dal primo atto dell’opera Die Walküre, e la Einsiedelei des Gurnemanz, l’eremo dell’anziano Gurnemanz, dal dramma musicale Parsifal; ma, soprattutto, il celeberrimo castello fatato di Neuschwanstein.
Costruito su di un vertiginoso sperone che domina la gola del fiume Pöllat, nella località di Schwangau, il castello in stile neogotico ha un aspetto fiabesco e potentemente scenografico; i suoi interni sono una vera e propria celebrazione del genio e dell’arte di Wagner. L’edificio fu infatti disegnato dal pittore e scenografo teatrale tedesco Christian Jank, che diede all’architettura un aspetto romantico e onirico; ogni stanza presenta riferimenti alle opere wagneriane, con decorazioni e pitture affidate ad artisti mitteleuropei.
Per esempio, vediamo scorrere davanti ai nostri occhi, nella sala da pranzo, scene tratte dal Lohengrin, con l’affresco di inizio anni Ottanta del XIX secolo di August von Heckel L’arrivo di Lohengrin nella navicella condotta da un cigno, di sapore accademico; nella Sängersaal, la Sala dei cantori, un omaggio ai miti del Sacro Graal e di Parsifal, con pitture di Jank, dell’illustratore Ferdinand Piloty e di August Spiess; nello Studio sono visibili pitture murali di Josef Aigner dalla saga di Tannhäuser; la camera da letto, regno della notte, presenta decori ispirati al melodramma notturno par excellence uscito dalla creatività di Wagner, Tristan und Isolde, con suggestivi dipinti di August Spiess quali Nacht der Liebe, dal secondo atto dell’opera, e Liebestod, glorificazione della struggente, celestiale, trasfigurante aria di Isolde “Mild und leise”, invocazione della “morte d’amore” che riunirà i due sfortunati amanti.
Non sarà ozioso poi ricordare come Ludwig II fu tra gli artefici della prosperità di Wagner, poiché sovvenzionò quasi interamente, tra le altre cose, anche il Festspielhaus di Bayreuth, teatro oggi sede del Bayreuther Festspiele nel quale il musicista di Lipsia poté finalmente realizzare concretamente la propria idea di Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale.
In copertina: August Spiess, Liebestod