L’Opéra di Nizza, dopo anni di calma piatta qualitativa, ha appena annunciato una stagione 2020-2021 per certi versi sorprendente, coraggiosa e audace, capace di coinvolgere diverse fasce di pubblico, interessando gli appassionati del repertorio, ma anche operando scelte decisamente sofisticate o innovative; un mix di sorprese che appaiono ancor più ammirevoli in tempi in cui la vita dei teatri è condizionata da mille variabili e incertezze. A firmarla è il nuovo direttore, Bertrand Rossi, per anni alla guida dell’Opéra National du Rhin di Strasburgo e ora giunto a Nizza, sua città natale. Per l’Opéra annuncia un rinnovamento mirato a svecchiare l’immagine stessa del teatro, aprendolo a nuove forme di comunicazione, in modo da abbracciare un pubblico variegato (così sembra suggerire lo slogan stesso della stagione: “Tout le monde s’y retrouve”), senza tuttavia dimenticare quello più tradizionale.
Dieci sono gli appuntamenti del cartellone, a partire da quello previsto a settembre con lo spettacolo d’apertura, Réunion de famille, non è un titolo operistico vero e proprio, bensì un concerto-spettacolo al quale prenderanno parte attiva tutte le masse artistiche del teatro nizzardo e che si presenta come un florilegio dei grandi momenti della stagione a venire. Un momento di festa, carico di speranza, per riaprire il teatro dopo la chiusura e la cancellazione di gran parte della passata stagione a causa del Covid.
Fra le proposte nuove si segnalano tre novità degne di nota. A novembre l’opera contemporanea Le Cosmicomiche della compositrice e musicologa francese Michèle Reverdy, un ibrido a mezza strada fra l’opera buffa e il teatro musicale ispirato a novelle (Un segno nello spazio e Tutto in un punto) derivate dall’omonomo trattato surrealistico di astronomia di Italo Calvino. A questa parodia di discorsi scientifici fra la teoria del Big-Bang e il senso della vita seguirà, sempre a novembre, La Ralentie di Pierre Jodlowski, opera di teatro musicale su omonimo testo del poeta Henri Michaux, composta per soprano, percussioni, video e supporti elettronici che calano lo spettatore in una dimensione onirica e interiore. Novità assoluta infine la creazione mondiale, nell’aprile 2021, dell’”opera partecipativa” Circo! di Sergio Monterisi, direttore d’orchestra e compositore che mette al centro di questo suo lavoro, su libretto di Magali Thomas, la partecipazione attiva dei bambini, protagonisti di una creazione che coinvolge un ventaglio di personaggi facenti parte della stessa arte circense, evocando con nostalgia dolce amara un mondo, quello del circo, le cui tradizioni si stanno poco per volta spegnendo.
A queste scelte così innovative si affiancano titoli operistici più tradizionali, ma certo non scontati. La stagione si inaugura infatti il 1° novembre con Akhnaten di Philip Glass in un nuovo allestimento, firmato da Lucinda Childs, di un’opera che ripercorre il mito e l’esperienza vitale del faraone Akhenaton, passato alla storia come riformatore religioso che, in diciassette anni di regno, tentò di imporre il culto monoteista di Aton, dio del sole, dispensatore di luce e di vita, in grado di spazzare via l’antico ordine delle molteplici divinità adorate prima di lui. A vestire i panni del protagonista sarà il sopranista Fabrice Di Falco, alle prese con quella che è da ritenersi fra le più vaste e impegnative partiture operistiche scritte nel Novecento con protagonista un falsettista e che, come primo interprete assoluto, ebbe nel 1984 il glorioso Paul Esswood.
Il nuovo anno si aprirà con un titolo imperdibile, La dame blanche, leggendaria opéra-comique di François-Adrien Boieldieu, ispirata a racconti di Walter Scott calati in un’atmosfera scozzese di brughiere e castelli diroccati dove color locale e misteriose presenze paiono precorrere intrighi ereditari e climi gotico-romantici che, diversamente declinati, si ritroveranno nella ben più nota Lucia di Lammermoor di Donizetti. Lo spettacolo che si vedrà a Nizza, firmato da Pauline Bureau, proviene dell’Opéra-Comique di Parigi dove è già andato in scena lo scorso febbraio con grande successo. Nella impervia parte di Georges Brown, ruolo feticcio dell’amoroso romanticizzato, al quale sono affidate arie un tempo celeberrime come “Ah! Quel plaisir d’être soldat”, “Viens, gentille dame” e la rêverie “O moment plein de charmes”, divenute simbolo di uno stile di canto tenorile ottocentesco che veleggia su sfere acute facendo ricorso nei suoni misti ad una eleganza tutta francese nella melodia legata, canterà il giovane e già affermato tenore congoniano Patrick Kabongo, noto per le sue prestazioni rossiniane, affiancato da specialisti francesi come Amélie Robins (Anna), Sophie Marin-Degor (Jenny), Laurent Kubla (Gaveston), Marie Kalinine (Marguerite), Luca Lombardo (Dickson) e Mickael Guedj (Mac-Irton). Sul podio Alexandra Cravero.
Seguirà, dal 12 febbraio, Macbeth di Verdi nell’allestimento di Daniel Benoin in coproduzione con il Théâtre Anthéa d’Antibes e con la direzione di György G. Ráth. Gli interpreti saranno il baritono ungherese Levente Molnár (Macbeth), Larisa Andreeva (Lady Macbeth), Giacomo Prestia (Banco) e Ivan Defabiani (Macduff).
Nuova la messa in scena, a marzo, de La bohème di Puccini che reca la firma di Kristian Frédric, mentre sul podio salirà Giuliano Carella. Protagonisti di richiamo Luciano Ganci (Rodolfo), Ruzan Mantashyan (Mimi), Mikhail Timoshenko (Marcello) e Ugo Guagliardo (Colline).
Unica esecuzione, in forma di concerto, il 15 aprile, di Das Rheingold di Wagner, diretto da György G. Ráth, direttore musicale dell’Orchestre Philharmonique di Nizza, mentre a giugno la stagione si concluderà con una nuova produzione di Werther di Massenet curata da Sandra Pocceschi & Giacomo Strada e diretta da Jacques Lacombe. Protagonista, nel ruolo del titolo, il promettente tenore francese Thomas Bettinger, al suo primo approccio al ruolo, mentre Anaïk Morel sarà Charlotte.
Se il buongiorno si vede dal mattino, la nuova guida di Bertrand Rossi sembrerebbe proiettare l’Opéra di Nizza verso un futuro di rilancio tanto atteso.
Ulteriori informazioni: www.opera-nice.org