Dopo una lunga malattia, oggi si è spento a Cracovia Krzysztof Penderecki. Nato a Dębica il 23 novembre 1933, il compositore e direttore d’orchestra polacco era considerato un esponente di spicco della musica contemporanea mondiale, autore simbolo del post-serialismo e dell’avanguardia del secondo Novecento. Partendo inizialmente dalle esperienze dei Ferienkurse della scuola di Darmstadt, si è subito distinto per uno stile peculiare e altamente sperimentale, a metà tra il classicismo e il postmodernismo, dalle atmosfere timbriche e sonore estremamente variegate, complesse ed elaborate, basate spesso sull’utilizzo di accordi e passaggi come cluster e glissando.
Accostatosi sin dalla più tenera età allo studio musicale, la sua formazione è avvenuta interamente a Cracovia; vincitore di numerosi concorsi per compositori, si affaccia alla scena internazionale negli anni Sessanta, affermandosi poi con successo in numerose manifestazioni di musica contemporanea, quali il Festival di Donaueschingen, nel Baden-Württemberg.
Nella sua lunga vita, Penderecki è stato un autore prolifico: si contano, infatti, opere teatrali quali I diavoli di Loudon, tratta dall’omonimo romanzo di Huxley, Paradiso perduto ispirato al celebre poema di John Milton, La maschera nera e Ubu Rex; composizioni vocali, strumentali e per nastro magnetico, musica da camera. Tra i suoi lavori più significativi, vogliamo ricordare almeno Anaklasis per archi e percussioni, del 1960; Threnos per le vittime di Hiroshima, omaggio ai numerosi morti della strage nucleare di Hiroshima del 6 agosto 1945; Kosmogonia del 1970; le sue otto sinfonie; il Concerto n. 2 per violino e orchestra Metamorphosen; Fanfarria real per orchestra, del 2003.
Fondamentale è, nel suo catalogo, il ruolo giocato dalla religione (cattolica, ortodossa ed ebraismo), fonte di ispirazione per molteplici componimenti di indubbia suggestione. Si citino la Passio secundum Lucam, che ha come modelli di riferimento la Matthäus-Passion e la Johannes Passion di Bach, e la cui prima esecuzione avvenne nel 1966 nel Duomo di Münster; il Te Deum del 1980; il Requiem polacco, musicato negli anni Ottanta; la Sinfonia n. 7 Le sette porte di Gerusalemme; il Credo per soli, coro e orchestra, di fine anni Novanta. In vita Penderecki fu, inoltre, particolarmente legato a un’altra eminente personalità della Polonia, papa Giovanni Paolo II: alla sua memoria dedicò, nel 2005, la toccante Chaconne, inserita nel precedente Requiem polacco.
Spesso le musiche di Krzysztof Penderecki sono state utilizzate anche come colonne sonore di pellicole famosissime, ben note al grande pubblico: horror come L’esorcista del 1973, diretto da William Friedkin, e Shining di Stanley Kubrick; I figli degli uomini di Alfonso Cuarón, del 2006; Shutter Island di Martin Scorsese; la serie tv statunitense Twin Peaks del 2017.
Nei panni di direttore d’orchestra, ha collaborato con solisti del calibro dei violinisti Anne-Sophie Mutter e Vadim Repin, il pianista Rudolf Buchbinder o il violoncellista Arto Noras, alla guida di compagini come la London Symphony Orchestra, la Polish National Radio Symphony Orchestra e la Lithuanian National Symphony Orchestra, tenendo concerti in tutto il mondo, pure in Italia.
Con la morte dell’ottantaseienne compositore polacco ci lascia un artista poliedrico e appassionato, creatore di un linguaggio musicale ricco, singolare e sfaccettato, non a torto da alcuni definito tardoromantico.